Mi ritrovo in giardino quando ho
bisogno di pace. Controllo i fiori, le piante e la
loro crescita, mi diletto a togliere
le erbacce e le foglie secche che in
questo periodo coprono di giallo ogni
parte del giardino.
Bellissimi gli alberi in estate, ti
riparano dal sole offrono la loro
ombra poi, in questa stagione i rami piano
piano si svestono, le foglie cadono a terra e non ti lasciano
neppure il tempo di spazzarle; quando
credi di aver terminato è pronto un
altro strato giallo.
Stavo accertandomi di aver eliminato
le rughette che son ghiotte delle
foglie dei gerani e contro sole vedo
una tela di ragno molto bella e ampia
ed
il suo padrone (un
ragno crociato) sulla
porta di casa: in centro perfetto.
L'Ingegnere ha tessuto la sua tela
tra le foglie di una pianta di geranio
ed i fiori di una pianta di vetro
(impatiens),
è praticamente perfetta e molto
solida, il vento la fa oscillare ma
non procura danni.
Ovvio che mi affretto a correre in
casa e prendere la
mia macchina fotografica, manco a
dirlo.
L'ho fotografata da ogni
punto strategico che mi permettesse di
riprendere solo lei.
La mente mi corre ai più quotati
ingegneri e alle varie notizie che, a
volte, si sentono su crolli di varie
costruzioni avvenuti per incuria e uso
di materiali poco idonei allo scopo.
Questo ragnetto che non è un insetto, ai più poco
simpatico, è un vero Ingegnere molto
preparato e molto scrupoloso, ha
ancorato i vari punti della seta in
zone sicure e la tela ha assunto la
forma "a sfera".
Ho letto che la produzione della seta
è deputata ad alcune ghiandole
presenti all'interno dell'addome
(opistoma) e quando la seta è espulsa
dal corpo del ragno subisce un
processo di solidificazione, passa
dallo stato liquido a quello solido e
vischioso.
A dire il vero, anche senza aver letto
la composizione e la resistenza della
tela, io
stessa ne ho constatato la consistenza e
l'elasticità. Davvero impressionante.
Torniamo a noi, ecco le foto (quelle
che ho ritenuto le migliori) di quella
splendida struttura setosa e del suo
paziente costruttore.
Mi sono trattenuta un pò attendendo
con pazienza l'arrivo di una probabile
preda, poi ho desistito e a
malincuore sono rincasata per
"liberarmi" di altre faccende.
Nel pomeriggio mi son concessa
un'altra pausa e son tornata in
giardino, c'erano nuovamente tante foglie da
raccogliere ne ho riempiti
3 grandi
sacchi
e questo raccolto è frequente, anche
due volte alla settimana!! Prima o poi,
con questi pesi,
riesco a "strapparmi" da qualche
parte!!
Ho avuto un diverbio con un albero.
Come molti di voi sanno io amo molto
gli alberi ma questo, vi assicuro che
proprio in giardino non lo vorrei. Il
fico. Come struttura non è male,
è carino nel suo insieme ma non
dovrebbe produrre frutti così
devastanti per il prato.
Non vengono mangiati da
nessuno tranne che dai merli, quando
cadono
a terra bruciano tutto ciò che
li circonda
e se si viene sfiorati dal latte che
producono è meglio cercare un fonte e
lavarsi molto accuratamente.
Raccogliere tutti i fichi caduti è un
lavoretto da fare quotidianamente
cercando di evitare le vespe.
Torno a controllare la ragnatela e
con meraviglia vedo che l'ingegnere è
intento ad occuparsi della sua preda,
un'ape rimasta impigliata nella tela.
Non ho assistito al momento
dell'anestesia totale e letale, è già
passato alla fase successiva. Cammina delicatamente
con quelle otto zampette sui quei fili
quasi invisibili, si sostiene
indifferentemente con le
zampe posteriori o anteriori e gira l'ape
su se stessa piano
piano avvolgendola con altri fili di
seta. Si concede diverse pause durante la
sua opera ed ho letto che, non è a
comando che i ragni emettono la tela,
questa la risposta delle pause: è
all'interno dell'addome che tesse i
fili di seta per poi espellerli e
riprendere il duro lavoro
dell'avvolgere l'ape.
Ma con che grazia si muove su quei
fili, sembra un'equilibrista che suoni
un'arpa ed è lampante che il suo agitarsi
non può provocare cedimenti. A
volte abbandona momentaneamente l'ape che sembra
resti sospesa nel vuoto ma in realtà è
ancorata ad un filo, uno dei pochi
oramai rimasti nella tela.
E' instancabile ed io, che non mi
rendo conto di quanto tempo è passato,
comincio a sentire dolore alle
ginocchia (posizione presa per la
migliore inquadratura), controllo la
macchina e vedo che son trascorsi 10
minuti suddivisi in tre filmati.
I sassolini conficcati nella
ginocchia ora mi provocano un discreto
dolore e dopo averli tolti sembro
esser uscita da un tatuatore o meglio
da un esperto scavatore.
Lui continua incessante il suo lavoro,
sembra una casalinga intenta a
predisporre il cibo da conservare in
dispensa per poi utilizzarlo nel
tempo. Purtroppo io non posso restare
a lungo ma sarei curiosa di scoprire
dove sistemerà l'ape.
Ma quant'è meravigliosa la natura? Da
dove deriverà l'arte di "trattare" la
propria preda fino a mummificarla?
Ora vi lascio in compagnia del
e
dei video ai quali ho aggiunto un
brano dolce che offre una visione più
gradevole .... fate attenzione: a
volte sembra davvero che il ragnetto
si muova in armonia con la musica,
anzi sembra lui a suonare.