Siamo abituati fin da
piccoli alle usanze
legate al Natale, ma
quali sono le loro
origini?
I regali
La
tradizione
dello
scambio dei
regali ha
radici
antiche. Già
in epoca
romana, era
usanza
scambiarsi
doni,
le strenne,
in occasione
dell’anno
nuovo: il primo
giorno
dell’anno al
re veniva
offerto in
dono un
ramoscello
raccolto nel
bosco della
dea Strenna.
Un rito
benaugurale,
che ben
presto si
diffuse tra
la
popolazione:
venivano
donati
rami di
ulivo,
di alloro e
di fico che
non
tardarono
però ad
essere
sostituiti
da oggetti.
Con il
Natale, lo
scambio dei
doni ha
acquistato
un
significato
diverso: il
regalo di
Natale
simboleggia
il dono che
Dio ha fatto
all’umanità,
suo Figlio.
Perché a
Natale si
mangia il
torrone?
Siamo
abituati,
nelle lunghe
abbuffate
natalizie a
mangiare:
torrone,
panettone,
castagne e
fichi, ma
raramente ci
fermiamo a
riflettere
sul perché
di questi
cibi. Le
castagne, i
Marron
Glaces, i
torroni e in
generale
tutti i
dolci fatti
con le
mandorle,
si pensava
favorissero
la nascita
della prole
e la
fecondità
della terra.
Oggi sono
simbolo di
buona
fortuna.
L’uvetta del
panettone
richiama
l’immagine
delle monete
d’oro: è
quindi
auspicio di
ricchezza.
Lo stesso si
dice delle
lenticchie
di fine anno.
Tombola
La
tradizione
di giocare a
tombola la
notte di
Natale ha
origini
antichissime.
Nell’antica
Roma,
durante i
Saturnali,
che
precedevano
il solstizio
e sui quali
regnava
Saturno, il
mitico dio
dell’Età e
dell’Oro,
eccezionalmente,
si concedeva
il gioco
d’azzardo,
proibito nel
resto
dell’anno.
Il gioco quindi
era in
stretta
connessione
con la
funzione
rinnovatrice
di Saturno,
dispensatore
della
fortuna
agli uomini
per il nuovo
anno. La
buona sorte
del
giocatore
allora non
era dovuta
al caso, ma
al volere
della
divinità.
Arancia
E’
tradizione
delle
festività
natalizie
addobbare la
tavola con
cesti colmi
di arance.
L’arancia,
il frutto
dell’inverno
per
eccellenza,
porta con sé
il calore
del sole e
rappresenta
il Natale a
tavola per
la
speranza
e lo
splendore.
La melagrana
Simbolo
della terra,
questo
frutto
rappresenta
la
rigenerazione
della natura.
Gesù viene
spesso
dipinto con
una
melagrana in
mano, che in
questo caso
acquista il
significato
simbolico di
rinascita,
resurrezione.
Il cero
natalizio
Gesù è la
luce del
mondo, la
notte di
Natale è la
notte in cui
la luce
arriva tra
gli uomini:
il cero
natalizio
simboleggia
proprio
l’avvento
del bambino
Gesù come
luce che
nasce nel
mondo, come
dice la
liturgia. In
Francia e in
Inghilterra
è tradizione
accendere
tre ceri
fusi insieme
alla base,
che
simboleggiano
la Trinità.
Le campane
di Natale
Mentre tutti
i pastori si
recavano a
far visita a
Gesù
Bambino, sul
ciglio della
strada
giaceva un
bambino
cieco,
desideroso
anche lui di
andare a far
visita al
neonato Re.
Ma nessuno
si curava di
lui. Quando
scese la
notte il
bambino
sentì in
lontananza
il rintocco
di una
campana da
bestiame.
Pensò che si
trattasse
della mucca
che si
trovava
nella stalla
di Gesù
Bambino.
Seguendo il
suono di
quella
campana,
arrivò fino
alla
mangiatoia
dove si
trovava il
Piccolo Re
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