La leggenda del panettone

Il  benamato panettone, dolce-simbolo delle feste natalizie, ha un'origine assai divertente. Il panettone, come viene inteso oggi, è una specialità gastronomica recente nella storia dolciaria Italiana. Infatti, si dice che fu inventato solo alla fine del XIX secolo a Milano in seguito a un episodio davvero leggendario. 

C'era una volta un panettiere che si chiamava Toni. Un bel giorno Toni s'innamorò follemente di una certa ragazza contadina di nome Lucia. Ora, Lucia andava al paese tutte le mattine per vendere le uova. 

Toni, ogni mattina, aspettava l'arrivo di Lucia con ansia ed entusiasmo e poi nel vederla, tanto erano forti i sentimenti che provava per questa fanciulla di campagna che non sapeva mai cosa dire e rimaneva ammutolito. 

Quanti sguardi d'amore scambiati, quanti sospiri e quante uova rotte proprio perché questo povero diavolo non riusciva a esprimere il suo amore. Finalmente, Toni ebbe una brillante idea: decise di preparare un dolce per la sua adorata Lucia, ma non un dolce qualsiasi, bensì un dolce speciale mai preparato prima di allora! Così, Toni preparò un dolce a base di uova, burro e frutta candita, dalla pasta soffice e profumata.  Ma Toni, tanto emozionato per l'amore intenso che provava per Lucia e tutto preso dalla lavorazione di questo dono, involontariamente mise una grande quantità di lievito nell'impasto senza accorgersene. Il risultato?... un pane dolce alto, alto, alto proprio a causa dell'esagerata lievitazione. 

Ma non "tutto il male viene per nuocere": lo sbaglio di Toni portò alla scoperta di un dolce davvero gustoso. Infatti, quando presentò il suo "pandolce" a Lucia avvenne un miracolo. Toni si rese conto dello sbaglio troppo tardi e non avendo tempo per ricominciare un'altra ricetta presentò il suo dono a Lucia quasi vergognato del suo lavoro mediocre.

Lucia, invece, nel vedere l'apparentemente strano dolce dall'aroma quasi incantevole volle subito assaggiarlo e trovò che era di una squisitezza paradisiaca. A quel punto, improvvisamente Toni riuscì a parlare e subito chiese a Lucia di sposarlo. Vissero felici e contenti e anche ricchi, poiché decisero di vendere l'invenzione di Toni battezzandola "Il Panettone" cioè, il "Pan de Toni .

 

 

Ricetta del Panettone

Ingredienti per tre panettoni di 1 kg:
farina bianca 1,350 kg
400 g di burro
300 g di zucchero semolato
200 g di uvetta sultanina
250 g di lievito di pasta di pane
50 g di arancia o cedro candito a pezzettini
15 uova
sale

Per la preparazione del panettone occorre esperienza notevole in paste lievitate, ma soprattutto un luogo ideale, caldo, asciutto e
senza correnti d'aria.
Infarinare un tovagliolo e avvolgervi il lievito di pane; lasciarlo lievitare per due ore in luogo tiepido e senza umidità. Raddoppierà di volume.
Versare sulla spianatoia 150 g di farina, disposta a fontana e sbriciolarvi il lievito di pane, sciogliendolo con un po' di acqua tiepida.
Incorporare man mano la farina, formando così un impasto morbido ed omogeneo; formarne un panetto, coprirlo con un tovagliolo, dopo averlo messo in una terrina infarinata a riposare per 3 ore. Trascorso questo tempo, mettere sulla spianatoia 130 g di farina, sempre a fontana, disponendovi nel centro la pasta lievitata nelle tre ore. Sciogliere la pasta di lievito con qualche cucchiaio di acqua tiepida e unire la farina.

Impastare energicamente per qualche minuto e formare nuovamente una palla, da disporre nello stesso modo, in una terrina a lievitare, sempre coprendo però per 2 ore.
Tagliare a pezzetti il cedro e l'arancia candita, far ammorbidire l'uvetta in acqua tiepida per un quarto d'ora, poi scolare e far asciugare bene.
A parte far sciogliere 300 g di burro, senza farlo friggere. In un altro recipiente far sciogliere lo zucchero con due dita di acqua calda e poi unirvi mescolando con una frusta i 12 tuorli e le 3 uova intere e lasciar cuocere a bagnomaria per intiepidire il composto.
Versare a questo punto sulla spianatoia, 1 kg di farina e aggiungere due cucchiaini di sale fino, mescolare alla farina e disporre il tutto a fontana.
Trascorse già le due ore, prendere la palla lievitata e porla al centro della farina, unire il burro fuso, stemperando molto bene. Aggiungere
lo sciroppo di zucchero fuso, con le uova, e incorporando poco alla volta tutta la farina rimasta.
Lavorare con forza per 20 minuti facendo amalgamare tutti gli ingredienti ed ottenendo una pasta soda ed elastica. Alla fine aggiungere l'uvetta e i frutti canditi, facendoli aderire alla pasta. Ora dividere l'impasto in  tre pezzi grossi quanto si desidera il volume dei panettoni ( se si usa come forno quello delle cucine normali è
preferibile formare dei piccoli panettoni).
Ungersi le mani di burro, arrotolare i pezzi, metterli su un foglio di carta imburrata e infarinata, e quindi su un'asse.
Lasciarli lievitare per 6 ore, in un luogo caldo e asciutto.  Dopo le sei ore il volume dei dolci sarà aumentato più del doppio. Lasciarli al fresco per 10 minuti. Incidere sulla superficie di ogni panettone una croce e metterli in forno, riscaldato precedentemente,a una temperatura di 200°-220° molto distanziati l'uno dall'altro.
Dopo soli 5 minuti di cottura, mettere il rimanente burro, a pezzetti, sulla croce incisa sui panettoni, sfilati dal forno per qualche istante.
Man mano che i panettoni si colorano, abbassare il fuoco, per non farli bruciare in superficie.

 

 

Origini del pandoro


Il nome pandoro deriva dal colore giallo oro intenso di questo dolce. Le sue origini però sono incerte. A lungo gli storici hanno cercato di capire da dove provenisse questo tanto amato dolce e le tesi sono tutt'ora contrastanti. Alcuni studiosi pensano che il pandoro sia nato nella Repubblica Veneta del '500, quando venivano serviti sulle ricche tavole dei nobili dei dolci di forma conica, ricoperti da foglie d'oro, chiamati appunto "Pan de Oro".
Secondo altri,invece, l'origine  deriva da un antico dolce, a forma di stella, che i veronesi  consumavano a Natale: il "nadalin".
La tesi però più accreditata lega la nascita del pandoro alla Casa Reale degli Asburgo.
Fin dal '700-'800 erano ben conosciute le tecniche di lavorazione del "Pane di Vienna" che sono rimaste alla base della preparazione del pandoro.
La lavorazione del"Pane di Vienna" prevedeva di completare l'impasto aggiungendo una maggiore dose di burro con il sistema della pasta sfoglia, dove diversi strati di pasta vengono alternati a strati di burro, con il risultato che durante la cottura il dolce acquista volume.
Dall'Ottocento la produzione del pandoro si perfeziona a Verona a fine '800. Il pandoro è stato l'espressione più tipica della produzione dolciaria di Verona e oggi è famoso in tutta Italia è uno dei dolci tipici delle festività natalizie. 
Dell'antico "nadalin" il pandoro conserva ancora oggi la forma stellare. La sua struttura tronco-conica, a grandi costole disposte secondo il tipico disegno di una stella a otto punte. 

Insieme al panettone è uno dei dolci natalizi più tipici in Italia. La pasta è soffice e di colore dorato per la presenza delle uova, e profuma di vaniglia. La forma è a tronco di cono, con rilievi a forma di stella, di solito ad otto punte. Fra gli ingredienti si annoverano: farina, zucchero, uova, burro, burro di cacao e lievito.