Leggenda del Trentino
C’era una
volta, in un paese tra i monti, un vecchio mercante.
L’uomo viveva solo, non si era mai sposato e non aveva
più nessun amico. Per tutta la vita era stato avido e
avaro, aveva sempre anteposto il guadagno all’amicizia e
ai rapporti umani.
L’andamento
dei suoi affari era l’unica cosa che gli importava. Di
notte dormiva pochissimo, spesso si alzava e andava a
contare il denaro che teneva in casa, nascosto in una
cassapanca. Per avere sempre più soldi, a volte si
comportava in modo disonesto e approfittava della
ingenuità di alcune persone. Ma tanto al lui non
importava, perché non andava mai oltre le apparenze.
Non voleva
conoscere quelli con i quali faceva affari. Non gli
interessavano le loro storie e i loro problemi. E per
questo motivo nessuno gli voleva bene.
Una notte di
dicembre, ormai vicino a Natale, il vecchio mercante non
riusciva a dormire e dopo aver fatto i conti dei
guadagni, decise di uscire a fare una passeggiata.
Cominciò a
sentire delle voci e delle risate, urla gioiose di
bambini e canti.
Pensò che di
notte era strano sentire tanto chiasso in paese. Si
incuriosì perché non aveva ancora incontrato nessuno,
nonostante voci e rumori sembrassero molto vicini.
A un certo
punto cominciò a sentire qualcuno che pronunciava il suo
nome, chiedeva aiuto e lo chiamava fratello. L’uomo non
aveva fratelli o sorelle e si stupì.
Per tutta la
notte, ascoltò le voci che raccontavano storie tristi e
allegre, vicende familiari e d’amore. Venne a sapere che
alcuni vicini erano molto poveri e che sfamavano a
fatica i figli; che altre persone soffrivano la
solitudine oppure che non avevano mai dimenticato un
amore di gioventù.
Pentito per
non aver mai capito che cosa si nascondeva dietro alle
persone che vedeva tutti i giorni, l’uomo cominciò a
piangere.
Pianse così
tanto che le sue lacrime si sparsero sul cespuglio al
quale si era appoggiato.
E le lacrime
non sparirono al mattino, ma continuarono a splendere
come perle.
Era nato il
vischio.