Sono del segno zodiacale
della Vergine con ascendente
Leone, per ora è solo Simba
ma se si sveglia son dolori.
Per
ora sonnecchia.
Un caffè . E se mi
concedessi un caffè?
Ok avverto la mia collega
che “vado al bar”.
Trattasi di locale attiguo
al bagno dove è collocato il
distributore delle bevande
calde.
Faccio scendere le
monetine, tolgo tutto lo
zucchero e scelgo il caffè.
Di guardar scendere il
bicchiere poi il caffè,
mentre nel display appare la
descrizione di tutte le
fasi, non mi attira per
nulla, di conseguenza unisco
l’utile al dilettevole: vado
in bagno. I tempi ormai sono
sincronizzati quando esco
dal bagno il caffè è pronto.
E arrivo a sera che mi
chiedo: oggi che ho
prodotto? Di concreto
NULLA!!!
E la mia Direttrice mi
rimprovera perché sa
benissimo che la segreteria,
in particolare dove lavoro
io, è un porto di mare, è la
pila dell'acqua santa, è
l'ultima spiaggia alla quale
ormai troppe persone
approdano. E dice che io
devo smetterla di pensare
che non produco.
Sono svariate le telefonate
che ricevo da utenti per
richieste che nulla hanno a
che fare con il mio lavoro;
in ogni modo cerco
(cerchiamo) di aiutare o
indirizzare l'interlocutore
ad altri colleghi e agli
uffici competenti.
Come se non bastasse, quando
le colleghe si allontanano
per qualche motivo
dall'ufficio, avvisano che i
loro telefoni vengono
deviati in segreteria. Cosa
che io ho chiesto di fare
perché è bruttissimo quando
nessuno risponde al
telefono. L'unica cosa che
posso fare in questi casi è
prendere nota e riferire. Ma
hanno una risposta.
Con la
Direttrice che abbiamo
dall'anno 2000 (era già
nostra referente) mi trovo
molto bene, mi coinvolge
molto nelle attività del
Servizio e nelle sue di
Dirigente ed io spesso
riesco a sbrogliarmela da
sola.
Se il mattino è convulso il
pomeriggio per il 60%
è un attimo più tranquillo
peccato però che le ore a
disposizione per iniziare,
continuare o terminare
l'attività lasciata
incompleta durante la
mattinata siano poche!
Allora mi trattengo fin
verso le 19 tentando di
portare a termine almeno una
parte di ciò che mi ero
prefissata all'inizio della
giornata che si trascina dal
giorno prima, da quello
precedente e si rimanda a
quello successivo.
Le giornate migliori per
poter lavorare in pace sono
il venerdì pomeriggio e il
sabato mattina..... quanto
si produce in quei momenti!!
E mi
meraviglio se metto lo
zucchero nel frigorifero?
Meglio che non ne faccia un
problema perché alla sera
non entra più nulla nella
mente, non son più in grado
di assimilare e divengono
slegati anche i gesti
quotidiani che si compiono
da una vita senza pensarci.
E' facile e quotidiano il
sentire le lamentele o le
necessità di altri colleghi
(tralascio quelli che hanno
contatto con il pubblico
continuamente): molte volte
sono solo pretese - solo
diritti e pochi doveri, sui
piatti della bilancia è
necessario depositare tutto:
pro e contro.
Proviamo?
Il lavoro della "segreteria"
non è così semplice come si
può pensare.
Si ascolta chi si lamenta,
chi ha bisogno, chi non
desidera fare questo, chi
.....
Mentre ti parlano è
importante cercare di capire
se davvero è urgente o solo
importante. A volte tutto si
risolve dopo lo sfogo, a
volte è necessario essere
molto sinceri e cercare di
far vedere, al nostro
interlocutore, il tutto
anche da un altro punto di
vista. Alla Direttrice non è
utile riportare il discorso
con la stessa veemenza con
la quale è stato proferito.
Smorzare, smorzare allentare
la tensione cercando di non
liberarcene vomitandola
addosso al nostro superiore.
Ha ben altro a cui pensare.
Riferire con calma, tono
pacato o con sguardo
supplichevole quando davvero
il suo intervento è
necessario. La comunicazione
non verbale è strategica.
Solo guardando le mie
colleghe riesco a
comprendere - senza chiedere
altro - se la necessità di
un incontro con la
Direttrice riguarda cose
personali. Non devono dirmi
nulla.
NON CE LA FACCIO PROPRIO A
...
Ammetto di avere qualche
limite:
*
NON SOPPORTO (da qualche
anno) di essere interrotta
quando parlo: mi impegno
così tanto per essere
precisa e chiara nel
riferire telefonate, esporre
fatti o insegnare come si
compie un'azione con il PC
che, se la persona con
la quale sto parlando, mi
interrompe o peggio ancora,
finisce la frase al posto
mio ........
DIVENTO UNA BELVA
*
NON SONO in grado di
ascoltare due o più persone
contemporaneamente magari
mentre parlo pure al
telefono
e
allora...
oramai ho deciso che,
chiunque esso sia,
quando entra qualcuno in
ufficio che prova a parlarmi
nonostante io sia impegnata
al telefono e prendo appunti
(che poi a mala pena riesco
a decifrare...)
faccio mezzo giro sulla mia
seggiolina a rotelle
e presento la schiena,
mi ficco un dito
nell'orecchio opposto alla
cornetta e TENTO di
concentrarmi sulla
telefonata (che poi devo
riferire!! E se non capisco
bella figura che faccio!)
Non
riesco per nulla ad
estraniarmi da ciò che sento
attorno a me.
*
E a pranzo? Ormai la scelta
è d'obbligo: NO A PRANZO con
quelle colleghe che poi, tra
una forchettata e l'altra,
PARLANO DI LAVORO!
UN LAVORO ROCK
Una buffa telefonata: un
fornitore che chiede un documento
che certifichi il proprio
fatturato durante l'anno
precedente per una
determinata fornitura.
Impiegata della Ditta: può
inviarmi 10 documenti in
originale per fax?
Io: 10 per fax? mi scusi ma
non è sufficiente uno?
Risposta: no mi scusi lei,
ne servono proprio 10 in
originale, dobbiamo
presentarli per partecipare
a diverse gare
Io: 10 originali se crede
posso spedirli subito per
espresso (a quel tempo non
c'era la posta prioritaria)
Risposta: non importa, non
si preoccupi va bene per fax
purché siano 10
Io: Le chiedo scusa se
insisto .... per fax non è
sufficiente uno?
Risposta: no 10
Io: Mi
perdoni, al di la del fatto
che ciò che riceve
attraverso il fax non è un
documento originale, bensì
una copia, da quella non può
farne altre 9?
Alla fine ho fatto 10 copie
di un originale e spedito
per fax.
Inutile dire che ero piegata
in due dalle risate! Allo
stesso tempo, però, mi son
messa nei panni della
persona con la quale avevo
parlato. Povera.... sarà
stata una
ragazza giovane ancora non
pratica del lavoro ed il suo
capo le avrà chiesto di
avere 10 copie di un
originale. Lei si sarà
fatta prendere dal panico
come accadeva (e accade a me);
è da comprendere: ha
solo preteso ciò che le avevano
chiesto. Giustissimo.
Il mio lavoro MI PIACE MOLTO
perché vario, non è lento è
molto rock !!
UN PASSO INDIETRO DI QUALCHE
ANNO.
Vivo
ancora di "rendita" per i 3
anni e mezzo (che son valsi
per 7) con il mio ex capo;
mi prelevò dall'ufficio di
dattilografia (dove lavoravo
da quasi 10 anni)
proponendomi di fare la sua
segretaria. Essendo persona
nota e molto esigente, la
prima risposta fu "NO, non me
la sento".
Già tante, prima di me,
avevano celermente
rinunciato.
Copiare per 10 anni
(1988-1997) solo ciò che
altri scrivevano a mano mi
aveva mandato in ferie il
cervello. Avrei dovuto
recuperare, scavando
scavando tra i bagagli
l'esperienza fatta in altri
posti di lavoro, che
praticamente ho amato
tantissimo.
Alla Benati S.p.A., infatti, avevo
mansioni di un certo tipo,
quelle che ora vedo svolgere
dalle mie colleghe di
"livello superiore".
Poi pensai che, male che
fosse andata,
sarebbe successo come alle
altre prima di me; alcune
non avevano resistito, ad
altre ha rinunciato LUI.
Era palese che cercasse una
persona con la massima
disponibilità, senza
orologio, incassatrice di
urla, precisina e pure
"veggente".
Per il mio carattere e per
la scarsissima
considerazione di me, ho
fatto fatto fatica a credere
che lui volesse proprio me.
Tra l'altro la rosa delle
candidate era allo stremo.
Non ci credevo; poi
valutai che non potevo
sempre rinunciare per timore
di non essere all'altezza
per cui ..... dovevo almeno
tentare!
Al
mattino dovevo arrivare
molto presto; lui per primo
era di esempio, ed era già
pronto e scattante.
L'orario di uscita era
un'incognita ogni giorno,
e
il pranzo quasi un optional.
Capivo da subito di che
umore era. Quando entravo
nel suo ufficio se ancora
era chinato ad estrarre
carta e carta dalla sua 24
ore, non sarebbe stata
una gran giornata.
Se "LUI" era pronto già a
dettare come se sapessi
stenografare, vomitarmi
addosso tutte le sue idee i
suoi pensieri e quanto altro
riuscisse a dire in quella
valanga di parole: ecco era
una giornata positiva. Per
LUI.
Io mi arrangiavo a prendere
appunti velocemente, con
una scrittura che
difficilmente poi riuscivo a
decifrare.
Poi sbottava in un "Cambia pagina
se non hai più posto!!!
Che poi vieni da me per
sapere cosa hai scritto!!!
"
Ohhh!! Quanto erano
miracolose le telefonate che
riceveva! Avevo la
possibilità di leggere e
rileggere ciò che fino a
quel momento mi aveva dettato. Correggevo,
scrivevo per intero le mezze
parole, segnavo con un punto
interrogativo ciò che non
capivo; nel frattempo dovevo
prestare attenzione a ciò
che diceva e faceva, pronta
a porgergli un foglio di
carta ed una penna se mi
accorgevo che era opportuno,
oppure a volare in ufficio a
prendere l'agenda degli
appuntamenti, quando il
finale della conversazione
era: "ci vediamo il
........".
D'estate, quando raccoglievo
le sue parole sulla carta,
mettevo un
fazzoletto sotto la mano
destra altrimenti, il caldo e
l'agitazione non la facevano
scorrere sul tavolo.
E' stato come lavorare dentro ad
una lavatrice sempre in
centrifuga,
nella
sua mente prendevano forma
tanti progetti, tante idee,
tante iniziative che poi, a
modo suo, mi illustrava. Ma
non era facile vedere e
comprendere ciò che lui
aveva, già ben realizzato in
concreto, nella sua mente.
Ed io... specialmente verso
pomeriggio inoltrato....
faticavo a immagazzinare
tutto.
Buffissimo era quando usciva
per lavoro e mi lasciava
l'incombenza di chiamarlo
non appena avesse raggiunto
il casello dell'autostrada.
........ Lo chiamavo e mi
rispondeva: "Ti sembra che
sia arrivato a destinazione?"
E io pensavo: "forse che ho
io la palla di cristallo?"
"pensa di avere a che fare
con una streghetta?"
Dopo aver sbagliato due tre
volte la tempistica, alla
fine avevo imparato
perfettamente in quanto
tempo sarebbe
arrivato al casello
dell'autostrada.
Quel calcolo l'ho messo in
pratica anche con l'attuale
Direttrice: quando devo
passarle delle telefonate e
lei si trova nel mio
ufficio ma deve andare nel
suo, allora parte il calcolo.
Esce, percorre il corridoio,
apre la porta, gira attorno
alla scrivania, si siede ed
io pronta: drin drin ...
Indovinato il momento
giusto!!
Quante risate si fa!!""
La fiducia che mi ha dato il
mio ex Capo, e la
riconoscenza per la mia
discrezione e ciò che ho
imparato, non hanno prezzo.
Mi sentivo apprezzata ed ero
consapevole del ruolo che
avevo (questo però solo
grazie a mille amorevoli
strapazzate di una compagna
di viaggio, collega e cara
Amica e in grado di tradurmi
il di LUI comportamento).
Lei mi ha insegnato tanti
trucchi e raccolto sulla sua
spalla tante mie lacrime di
sconforto e non solo
riguardo al lavoro. Grazie ad
Anna Rita, mi son sempre ripresa e
ho continuato il mio lavoro
con più grinta di prima.
Le devo davvero tanto!!!
Il mio Capo, oltre alle
mansioni di Provveditore,
ricopriva anche la carica di
Presidente dell'Associazione
Economi e Provveditori della
Regione Emilia-Romagna e
Marche (ruolo riconosciuto
dall'Azienda) che, in
aggiunta ad altri compiti,
aveva anche quello di
organizzare giornate di
studio, convegni per
l'aggiornamento
professionale degli Economi
e Provveditori.
Mi fu consegnata "la cassa"
con i fondi e dovevo
rendicontare tutto.
Dopo il primo convegno
organizzato che mi ha
stravolto (non
sapevo da che parte
iniziare)
evidentemente è rimasto
soddisfatto, per cui in tre
anni e mezzo ha organizzato due convegni
all'anno.
A quel tempo non esisteva
corrispondere attraverso le
e-mail: erano tutte
telefonate, lettere da
spedire, elenchi da
preparare. La ricerca degli
sponsor, fortunatamente, era
compito suo ma poi al resto
dovevo pensarci io.
Definire il programma, sotto
la sua supervisione,
un pieghevole
impostato a "modo" con tutti
i nomi dei relatori,
l'indicazione del loro
curriculum,
la ricerca del luogo dove
svolgere il convegno (questa
per fortuna assieme a lui) e
la scelta
del menu.
Tante di queste attività le
ho svolte a casa, perché in ufficio non
sempre era possibile
dedicare il tempo adeguato.
Tutte attività conosciute e
riconosciute dalla Direzione
Generale ma in ufficio
c'erano tanti altri compiti
da svolgere.
La giornata del convegno
doveva essere perfetta, non
dovevo aver dimenticato
nulla:
il registro già pronto con
i nomi dei partecipanti,
essere organizzata per spuntare
i cognomi delle
persone all'arrivo, far
firmare il documento di
presenza, consegnare la
cartellina con tutto il
materiale che avevo
preparato in precedenza.
Sorridere ed essere gentile.
All'uscita dovevo consegnare ad uno
ad uno gli attestati di
partecipazione, naturalmente
già preparati. Per fortuna
avevo avuto l'idea di
ordinarli alfabeticamente, per non far
perdere tempo e fare
figuracce.
Naturalmente non mancavano
le persone che, senza
aver comunicato
l'adesione, si presentavano
puntualmente al convegno.
Doveva essere tutto pronto
anche per loro, attestato
compreso: scrivevo a
mano nome e cognome.
Venezia, Gallipoli e
l'ultimo a Senigallia,
sono stati i
luoghi più lontani. Gli altri
si sono svolti nella mia
città.
Ma ad un certo punto ero
davvero stanca …
il tempo
passava gli anni pure
l’età, i cambiamenti
fisici stavano iniziando a
farsi ben sentire.
Nell'anno 2000 il Capo un giorno mi
comunicò che si sarebbe
trasferito presso un'altra
Azienda USL come Direttore
Generale, e dopo le lacrime
confessai molto sinceramente
che se non fosse
partito lui
....... sarei partita io (ma
di testa!!) però il
dispiacere era comunque
tanto.
E così, gli dissi: io esco
in bellezza !!!!
Con il suo trasferimento
terminò, non senza
insistenze da parte del
nuovo Presidente, la
segreteria
dell'Associazione.
Di fatto, comunque, lavorare mi è sempre
piaciuto, fin da ragazzina.
Durante il periodo delle
vacanze scolastiche andavo a
bussare di porta in porta
alla ricerca di un lavoro.
Ho lavorato per due estati
presso un magazzino della
frutta senza
orari fissi nè all'ingresso
nè all'uscita.
Ma quanti soldi ho
guadagnato!
Devo dire che sono stata
sempre molto fortunata, a
parte l'esser licenziata
dopo 7 anni presso uno
Studio Tecnico a San Lazzaro
di Savena (BO) per aver avuto un figlio.
Secondo loro non avrei
garantito continuità nel
lavoro e sarei stata
costretta a rispettare gli
orari di uscita.
Alla nascita della seconda
figlia lavoravo alla Benati
S.p.A. ed ebbi il premio
destinato a tante donne:
cambiare ufficio e mansione.
Fui
costretta a fare un lavoro
che non amavo: mi relegarono
per un anno intero in
un'enorme stanza dove
sonnecchiavano da anni
montagne di carta
impolverate e da archiviare.
Ormai questa è storia
passata e non voglio neppure
ricordare.
Però mi ritengo una persona
molto molto fortunata.
Il
lavoro della segreteria mi
piace, non potrei svolgere
un'attività diversa.
O meglio il mio sogno era,
come quello di tante, fare
l'infermiera. Avevo già
tutto pronto: con il primo
stipendio, mentre lavoravo
presso l'Olivetti, acquistai
l'orologio che sarebbe
servito per il controllo dei
battiti cardiaci.
A quel tempo per poter
studiare si entrava in
convitto. Poi da un giorno
all'altro mia sorella cambiò
idea e disse che non sarei
riuscita, che sarei stata
male, che non era un lavoro
per me.
Le sue osservazioni sono
sempre state tenute in
grande considerazione in
famiglia.
A volte troppo.
E
allora avevo
17 anni quando iniziai a
"battere" i primi tasti ....
non dico con una
come questa che conservo
gelosamente ma poco mancava
ma con questa siii!!
Era impegnativo: carta
originale + carta a carbone
+ una velina, due, tre
dipendeva da quante copie
dovevo fare.
Errore di battitura? Gomma
rotonda durissima: correggi
originale, sposta carta
carbone, sotto la velina
metti un cartoncino per non
sporcare e via discorrendo;
far scorrere il rullo
sperando vivamente che i
fogli non si fossero
spostati, cercare di centrare
il punto dell'errore,
ribattere ribattere. Non
racconto di quando dovevo
scrivere su fogli di carta
bollata!!
Con il passare degli anni
arrivarono le prime macchine
per scrivere con video (però
ancora si doveva usare la
carta a carbone e le veline
per fare più copie)
poi le macchine elettriche
con il monitor, infine il
boom dei primi PC enormi,
rudimentali, però
decisamente con molte
funzionalità in più!! Si
potevano anche salvare i
documenti su un grande disco
molle e delicato.
Però era
pur sempre una conquista!!
torno
sui miei passi
E INFINE I COLLEGHI DI
LAVORO
In ogni Azienda il
lavoro che si svolge negli
uffici è diverso, come le
persone.
Il nostro Servizio è davvero
uno dei più complessi,
son svariate le attività di
cui ci occupiamo
dall'acquisto della carta
igienica alla TAC.
Però siamo un bel gruppo, il
lavoro è diversificato e se
su questa bilancia mettiamo
tutto, il risultato è che
siamo in armonia e pronte a
rispondere, aiutare e
occuparci (se richiesto)
anche di attività non
prettamente di nostra
pertinenza! Diamo una
risposta ai nostri
interlocutori. E che
chiedere di più?
Ognuno di noi ha difetti e
pregi.... tralasciamo ciò
che risulta
evidente, cerchiamo ciò che
è più nascosto.
Sono convinta che un gruppo
di "amministrativi" compatto
e disponibile come il nostro
non sia facile da trovare.
Di mia volontà, per tre anni
a Natale, ho preparato un
pensierino per tutte le mie
colleghe e ho dovuto
"studiare" un modo affinché
il dono non fosse troppo
appariscente e la scelta
avvenisse proprio "a caso".
Natale 2006
Natale 2007
Natale 2008
Purtroppo sempre più spesso
scopro colleghi che prima si
volevano bene, condividevano
lo stesso ufficio e ora non
si parlano più, non si
sopportano e colloquiano
esclusivamente attraverso
e-mail. Deve essere
durissima recarsi al lavoro,
svolgere il proprio dovere
con questi sentimenti.
Impensabile per una come me.
Ancora più raro credo sia
trovare due persone che
lavorano nel medesimo
ufficio da anni e che si
amano, si stimano, si
aiutano, sono complici come
noi;
se fossimo due materie
scolastiche:
una la matematica ed una
l'italiano
il nostro motto:
Una cosa sì .... si potrebbe
desiderare: diminuire i
ritmi .... sono davvero
troppo affannati e
affannanti!
Un'altra cosa si potrebbe
fare: all'uscita dal lavoro,
davanti al marcatempo,
fingere di essere datori di
lavoro di se stessi. E se
alla domanda:
"pagheremmo un lavoratore che si è comportato
come me, oggi?" se siamo
in grado di rispondere si
..... allora siamo OK!!
E' giunta l'ora di lasciare
questa grande famiglia. Lo
faccio per non perdere
l'occasione, per non
rischiare che le Leggi si
modifichino, il rischio è
dietro l'angolo.
Non è artificioso il mio
grande dispiacere, ho pianto
davvero tanto. Pensare di
dover lasciare per sempre le
colleghe, pensare di dover
traslocare dall'ufficio
tutto ciò che è mio e che si
vede nelle foto successive,
è tristissimo.
Accipicchia oramai ho 61
anni ma non me li vedo e non
me li sento.
Amo il vecchio detto "non
tutti i mali vengono per
nuocere" perché quando mia
figlia mi disse che sarebbe
diventata mamma a metà del
mese di giugno, ecco il
portone che si apre dopo
aver chiuso una porta.
E io diventerò nonna per la
4° volta. Poker!!
il
prossimo è tutta una
sorpresa
sarà Alice
o Emanuele?
Questo evento mi salverà
perché io, che ho lavorato
fin da giovanissima, non mi
capacito di dover andare in
pensione senza aver un
impegno motivante.
"Vedrai che non avrai tempo
di fare nulla, vedrai che
troverai altri interessi,
vedrai che viaggerai".
Vedrai ....
Con la mamma di 90 anni
allettata vedrai come mi
divertirò e come il tempo
passerà. Fortunatamente ha
un'assistente che non
cambierei con nessuna.
Tutto torna indietro alla
fine.
Il bene che hai fatto, la
generosità, l'onestà, la
riservatezza, l'affetto che
hai avuto per gli altri.
Tutto torna.
A chi ha fatto del male, ai
dispettosi, agli invidiosi,
a chi ha spettegolato
gratuitamente, a chi è stato
disonesto, a chi ha lavorato
solo pensando alla fine del
mese.....
Sotto una forma o l'altra
tutto tornerà indietro.
La prossima puntata:
rinfresco per il mio pensionamento che
avverrà il 25 settembre.
Desidero una grande festa,
organizzata al meglio e
allegra. Avrei piacere di
avere attorno a me tanti
colleghi ai quali davvero ho
voluto bene. Se gli
apprezzamenti ricevuti in
questi 28 anni corrispondono
al vero non dovrei trovarmi
sola.
Ne ho preparate tante per
coloro che, prima di me,
hanno lasciato il posto di
lavoro che inizio già a
lacrimare perchè è davvero
emozionante.