In vacanze con Pio a Sinigallia - 2010

 

 

Da che parte soffierà il vento nel pomeriggio?

Riuscirò a non far scorta dei problemi altrui?
Il cielo è terso, se fossi in montagna vedrei chiare le cime più alte, da qui vedo fino ad una distanza di 5 km.,  figure infinitesimali delle imbarcazioni che ai miei occhi delimitano l’orizzonte.
Sopporto il calore del sole grazie ad una leggera brezza ma a fatica reggo il vocìo attorno a me, è come assistere ad una gara di F1 in TV.
Rombo di auto che sfrecciano in prima fila sul quale la regia si sofferma, sono i miei vicini di ombrellone che raccontano di se ad altri villeggianti con un tono di voce incalzante come tori che scalpitano. Arrivano schizzi di rabbia come sabbia lanciata da un bambino maleducato.
Il cerchio delle persone si amplia ed il chiacchiericcio si accavalla, come tante radio accese in programmi diversi. I temi sono i più disparati, cultura, liti famigliari, eredità, racconti particolareggiati di eventi funesti e programmi televisivi.
E qui viene il bello. La rivincita delle mogli che, nella conversazione sentono il supporto dell'interlocutrice che ama assistere a programmi "definiti spazzatura" senza per questo essere giudicata; come invece è di rito tra le mura domestiche: “vedi, anche la signora (nell’indicazione verbale c'è una particolare considerazione) guarda certi programmi”, non si può solo favorire le trasmissioni culturali.
Eh eh se ne guarda bene il marito dal mettere in dubbio i gusti e l’intellettualità della “signora” di cui sopra.

Il racconto della morte di una suocera provoca la mia ilarità  non certo per il decesso ma per l'esposizione dettagliata della vana ricerca, da parte delle nuore e figli, dei beni lasciati.
- “Dovete avere pazienza e centellinare ogni stanza, ogni luogo” (suggerimento intelligente) -
Si è cercato ovunque” ma non si è trovato nulla dei suoi gioielli, eppure ne aveva tanti (parte lesa)
- “Da qualche parte saranno non possono essere spariti" (segue considerazione scontata) -
Stavo immaginando la scena: i famigliari costernati dal dolore rovesciano ogni cosa in quella casa come avessero un mandato di perquisizione e le lacrime per la perdita del famigliare si confondono in fretta con quelle della rabbia e dell'incredulità. Una vera caccia al tesoro mista di rammarico e improperi.
Chissà se la “cara defunta” se la ride?

Durante il viaggio non abbiamo trovato traffico fortunatamente ed in auto c’era un passeggero in più: Pio, è venuto in vacanza con noi quest’anno; l’età si fa sentire e a casa nessuno poteva occuparsene e coccolarlo.
Una gabbia più piccola scovata in soffitta, dopo qualche modifica, ha assunto le caratteristiche della sua fissa dimora mini attico compreso e scalette varie.
Prima della partenza ho cercato di fargli prendere confidenza con la nuova casetta, le nuove scale, le nuove posizioni dell’abbeveratoio e delle sementi. Il tutto molto gradito finché accanto restava l’alternativa “sicura” di ciò che da anni conosce.  
pio nella residenza estiva

Ma nella stanza dell’albergo c'era solo "quella" ed i primi 2 giorni sono stati impegnativi. Avevo acquistato che il “trasportino” per il viaggio ma non ne ha voluto sapere ed è rimasto sulla mia spalla per tutto il percorso.
Chissà che confusione nella in quella testolina: avere 2 visioni nettamente diverse dagli occhietti laterali: una fissa che ero io e l’altra perennemente in movimento per lo scorrere delle auto a fianco e del paesaggio.
Piegava il collo un po’ pelato un po' verso destra poi verso sinistra come per cercare di capire. Almeno credo. 
In albergo avevo avvisato che saremmo arrivati con un pappagallino e Stefania, alla vista del minuscolo volatile, del quale ho sempre parlato molto, è rimasta confusa.
La sua espressione era della serie: è tutto qui?

Lei immaginava arrivassi con un pappagallo beh ... tipo questo invece Pio è piccolo sta nel palmo di una mano

All'arrivo, dopo aver disposto tutto per il meglio nella stanza, lasciarlo solo è stato un problema, non ne voleva sapere ed il suo atteggiamento era quello di quando desidera essere preso e coccolato. Si doveva andare a mangiare e chiusa la porta il suo “canto” mi ha seguito a lungo, la cena è stata consumata velocemente per risalire.
Nel girare la chiave nella serratura ha ricominciato a ciangottare disperatamente e, appena aperta la porta, si è catapultato a terra correndomi incontro.
Non aveva toccato cibo. Si son rifatti tutti i percorsi: le sementi le trovi qui, l’acqua è qui e dolcemente avvicinavo quella testolina nelle varie ciotole; qui si dorme (invitandolo caldamente ad entrare nella scatola dove avevo ritagliato una porticina) ed è piena dei tuoi pezzetti di carta quindi ... tranquillo!

La notte è stata una grande coccola “calmante” ed al mattino – dopo un attimo di smarrimento – la fame ha facilitato il ricordo dei vari percorsi. Ma l’umore ed il disagio non erano mutati.
Il secondo giorno decido di portarlo in spiaggia perché durante la mattinata sarebbero andati a riparare la tapparella e tutto mi faceva pensare che si sarebbe spaventato.

Armata di tutto il necessario raggiungo l’ombrellone e nel ripiano allestisco il suo alloggio al riparo dal sole,  un bicchiere colmo di sementi, un po’ di carta ed una mia ciabatta (che lui ignora) e nel portacenere in dotazione ci sta a pennello un bicchiere con l’acqua.
Appoggiata la borsa della spiaggia ai ganci dell’ombrellone stendo tutt’attorno un pareo di cotone che praticamente funge da tenda.
Il tutto finalmente di suo gradimento. Rassicurata dal suo comportamento mi perdo un po’ a leggere ed un po’ a scrivere di lui.
Non essendo così diffuso vedere in spiaggia un uccellino così simpatico e tranquillo, immaginavo avrebbe destato curiosità ma il mio pensiero ero limitato ai bambini ma non loro si soffermavano anche molti adulti, alcuni dei quali chiedevano varie informazioni ed il permesso di fotografarlo.
Era diventato la mascot del bagno ed ogni giorno riceveva visite nuove o saluti da chi già lo conosceva.
Un ragazzo di colore (che girano tra gli ombrelloni cercando di venderti qualcosa) si avvicina ed ha sul palmo della mano una piattaforma, una sorta di mini giardino completa di mini tronchi di albero, un mini prato e sui tronchi due uccellini dai colori sgargianti. Pio comincia a ciangottare (con intonazione di "avviso") per cui presto attenzione per capire cosa lo irrita.
Beh .... da quei due uccellini che muovevano il capo su e giù  (come quei cani-giocattolo che si usava tenere in auto anni fa e non smettevano mai di agitare quel collo staccato dal corpo) proveniva un cinguettio continuo, ed il ragazzo mostra quella "novità" invitandomi ad acquistare ed io, con un grande sorriso, prendo Pio e mostrandoglielo gli dico: mi spiace io ne ho uno vero.
Resta di sasso quasi impallidisce (fatica da credere) gli strappo un mezzo sorriso e, senza dire una parola, continua il suo peregrinare.
Ewwwaiii Pio sei un mito!!

In camera: tapparella giù? Il buio .. e Pio non avrebbe mangiato.
Tapparella a metà con vetri chiusi? Luce sì ma sarebbe stato un caldo soffocante.
Nel pomeriggio prima di scendere in spiaggia le provo tutte.
La terrazza? E’ alta e di cemento, tranne il foro per lo scarico dell’acqua non esistono altre vie di fuga.
Cammino avanti e indietro cercando di rassicurarmi.
Decido per le tapparelle a metà, vetri aperti tende chiuse e si parte per la spiaggia.

Ma dopo un’oretta son in camera per un controllino, tutto ok. E’ ancora tranquillo.
Sarà pure tutto ridicolo ma è da provare!!
Sono sempre del parere che, se si possiede un animalino e lo si ama, è un dovere prendersene cura e fare in modo che stia meglio possibile. D’altronde son 13 anni che fa parte della famiglia e per altrettanti anni il suo percorso e la visione di ciò che lo circonda non sono mai cambiati, per cui ritengo normale un pò di incertezza da parte mia e da parte sua lo smarrimento nell’accettare e memorizzare queste nuove situazioni e restare fiducioso.
Nel giro di pochi giorni  è decisamente più tranquillo, aveva capito che la mattina presto avrebbe lasciato quella stanza, colazione in compagnia (limitatamente al suo spazio - un tovagliolo di carta) il rientro verso le 11.30, poi un pisolo nel pomeriggio ed il resto della giornata (poche ore) le avrebbe trascorse da solo.
In spiaggia ha ripreso a mangiare ma si stancava di stare in ozio allora giocavamo con un mini orsetto di peluche che, a mio dispetto, non gradiva per nulla ma si divertiva a "combattere" con lui come del resto fa con i rotoli vuoti dello scottex e carta igienica. Non li sopporta proprio.

Per un piccolo incidente una mattina le sementi si rovesciano sulla sabbia e, dopo un bel temporale, cominciarono a spuntare minuscole piantine che il bagnino si guardò bene dal rastrellare tanto era sorpreso di quella mini vegetazione.
Ogni giorno sempre più rigogliose che, alla fine, ci prendemmo cura di loro annaffiando l'oasi ogni sera prima di rientrare in albergo.
Pio si divertiva a beccare quell'erba morbida e fresca.
Chissà se c'è ancora.

                

Quest'anno io ero in compagnia di un'amica sgradevole e decisamente appiccicosa: LA FIFA, meno male che avevo Pio di cui occuparmi per non pensare troppo.
Ho letto due libri "leggeri da spiaggia" di cui uno è stato molto apprezzato anche da Pio non certo per l'argomento trattato ma per la facilità con cui quella carta si lasciava stagliuzzare ed era molto plasmabile quando "lavorava" una estremità per poi infilarla in mezzo alle penne.
Sdraiata nel lettino Pio stava comodamente sulle mie ginocchia ed io leggevo tranquilla finché appare sul bordo del libro e inizia a strappare piano piano senza fretta la carta. Meno male che leggevo in fretta le prime righe delle pagine!!
La gente attorno lo guardava con una sorta "di buona invidia" incredula della sua
domestichezza, e quando si lasciava la spiaggia i saluti erano tutti per lui mentre tranquillo stava sulla mia spalla o dentro ad una scatolina facendo intravedere solo la testa.
Alcuni bambini, quelli a cui metteresti volentieri un cerotto sulla bocca, azzardavano impertinenti ad avvicinare le mani per toccarlo malgrado le mie raccomandazioni e quelle dei genitori,  alla fine (pensavo) si arrangeranno e, come si dice: uomo avvisato mezzo salvato.
A chi mi chiedeva gentilmente di poterlo accarezzare facevo in modo che Pio non potesse affondare quel suo becco adunco e terribile, allora i bimbi lo toccavano dolcemente sulla testolina.
E la vacanza è proseguita tranquilla con il mio andirivieni dall'albergo alla spiaggia e viceversa. Tutto molto pacato tutto molto "non ho voglia di far nulla e nulla devo fare".

Ho assistito alla sfilata delle auto anni 40-50 in occasione dell'annuale Festival Internazionale di Musica e Cultura dell'America anni '40 e '50 Summer Jamboree quest'anno alla XI edizione iniziata il 31 luglio e terminata l'8 agosto, per cui durante le mie vacanze.
Di recarmi in centro città per assistere a qualche spettacolo non mi è passato neppure per l'anticamera del cervello: troppa troppa gente si accalcava per godersi le varie esibizioni ed io non posso reggere. Ma la sfilata sì, quella me la son goduta e ho fatto qualche foto.
Un'occasione, per molti, di mescolarsi per nove giorni, fino all'8 agosto, con personaggi curiosi e appassionati  giunti da tutto il mondo, per indossare abiti vintage, gonne a ruota, jeans con risvolto, brillantina, ciuffi e foulard. Il programma prevede oltre cento ore di concerti  swing, rockabilly, hillbilly, rhythm and blues da mezzogiorno alle 4 del mattino. Prevista la possibilità di esibirsi in balli d'epoca come jive, boogie, shim sham nei posti più suggestivi di Senigallia e in spiaggia con l'immancabile Hawaiian party.
E' stato emozionante rivedere la gente vestita e truccata come in quell'epoca (tempo che ho fatto appena in tempo a vedere ... o forse qualche rimasuglio di quel modo di vestire) c'erano belle ragazze truccate molto bene e i ragazzi woowww. Naturalmente avranno scelto i migliori ... come sempre.
In questo video alcune foto.
****  ma, per avere un'idea più ampia di ciò che rappresenta lo spettacolo questi video, che non ho realizzato io, sono molto esaurienti.  video1  video 1.


Sara, mia figlia, ha voluto essere presente nel momento in cui, tornati a casa, Pio avrebbe rivisto quella stanza che conosce da sempre, la sua gabbia con l'attico, la lampada e la sua "ciabatta" da cui è stato lontano e "dalla quale è stato "a digiuno" per dodici giorni.

Sembrava impazzito le sue ali hanno cominciato a fremere accennava a voler volare e Sara felice (che fosse tornato a casa) l'ha accompagnato nel suo alloggio. Tutto è tornato come prima, anzi meglio, perché durante la vacanza, forse per le mille coccole ricevute, si è rinvigorito e sono spuntate sul collo nuove tenere penne.

Si chiamano inseparabili perché hanno la grande caratteristica di vivere sempre insieme con chi scelgono come compagno. Infatti sono conosciuti, anche come
uccelli dell’amore. Sono pappagallini molto allegri, simpatici,  socievoli e assai vivaci che danno molte soddisfazioni. 


Ti voglio bene Pio

 

Angela