Da che parte
soffierà il vento
nel pomeriggio?
Riuscirò a non far
scorta dei problemi
altrui?
Il cielo è terso, se
fossi in montagna
vedrei chiare le
cime più alte, da
qui vedo fino ad una
distanza di 5 km.,
figure
infinitesimali delle
imbarcazioni che ai
miei occhi
delimitano
l’orizzonte.
Sopporto il calore
del sole grazie ad
una leggera brezza
ma a fatica reggo il
vocìo attorno a me,
è come assistere ad
una gara di F1 in
TV.
Rombo di auto che
sfrecciano in prima
fila sul quale la
regia si sofferma,
sono i miei vicini
di ombrellone che
raccontano di se ad
altri villeggianti
con un tono di voce
incalzante come tori
che scalpitano.
Arrivano schizzi di
rabbia come sabbia
lanciata da un
bambino maleducato.
Il cerchio delle
persone si amplia ed
il chiacchiericcio
si accavalla, come
tante radio accese
in programmi
diversi. I temi sono
i più disparati,
cultura, liti
famigliari, eredità,
racconti
particolareggiati di
eventi funesti e
programmi
televisivi.
E qui viene il
bello. La rivincita
delle mogli che,
nella conversazione
sentono il supporto
dell'interlocutrice
che ama assistere a
programmi "definiti
spazzatura"
senza per questo
essere giudicata;
come invece è di
rito tra le mura
domestiche:
“vedi, anche la
signora
(nell’indicazione
verbale c'è una
particolare
considerazione)
guarda certi
programmi”, non si
può solo favorire le
trasmissioni
culturali.
Eh eh se ne
guarda bene il
marito dal mettere
in dubbio i gusti e
l’intellettualità
della “signora” di
cui sopra.
Il racconto della
morte di una suocera
provoca la mia
ilarità non
certo per il decesso
ma per l'esposizione
dettagliata della
vana ricerca, da
parte delle nuore e
figli, dei beni
lasciati.
- “Dovete avere
pazienza e
centellinare ogni
stanza, ogni luogo”
(suggerimento
intelligente) -
Si è cercato
ovunque” ma non si è
trovato nulla dei
suoi gioielli,
eppure ne aveva
tanti (parte lesa)
- “Da qualche
parte saranno non
possono essere
spariti" (segue
considerazione
scontata) -
Stavo immaginando la
scena: i famigliari
costernati dal
dolore rovesciano
ogni cosa in quella
casa come avessero
un mandato di
perquisizione e le
lacrime per la
perdita del
famigliare si
confondono in fretta
con quelle della
rabbia e
dell'incredulità.
Una vera caccia al
tesoro mista di
rammarico e
improperi.
Chissà se la “cara
defunta” se la ride?
Durante il viaggio
non abbiamo trovato
traffico
fortunatamente ed in
auto c’era un
passeggero in più:
Pio, è venuto in
vacanza con noi
quest’anno; l’età si
fa sentire e a casa
nessuno poteva
occuparsene e
coccolarlo.
Una gabbia più
piccola scovata in
soffitta, dopo
qualche modifica, ha
assunto le
caratteristiche
della sua fissa
dimora mini attico
compreso e scalette
varie.
Prima della partenza
ho cercato di fargli
prendere confidenza
con la nuova
casetta, le nuove
scale, le nuove
posizioni
dell’abbeveratoio e
delle sementi. Il
tutto molto gradito
finché accanto
restava
l’alternativa
“sicura” di ciò che
da anni conosce.
Ma nella stanza
dell’albergo c'era
solo "quella" ed i
primi 2 giorni sono
stati impegnativi.
Avevo acquistato che
il “trasportino” per
il viaggio ma non ne
ha voluto sapere ed
è rimasto sulla mia
spalla per tutto il
percorso.
Chissà che
confusione nella in
quella testolina:
avere 2 visioni
nettamente diverse
dagli occhietti
laterali: una fissa
che ero io e l’altra
perennemente in
movimento per lo
scorrere delle auto
a fianco e del
paesaggio.
Piegava il collo un
po’ pelato un po'
verso destra poi
verso sinistra come
per cercare di
capire. Almeno
credo.
In albergo avevo
avvisato che saremmo
arrivati con un
pappagallino e
Stefania, alla vista
del minuscolo
volatile, del quale
ho sempre parlato
molto, è rimasta
confusa.
La sua espressione
era della serie: è
tutto qui?
Lei immaginava
arrivassi con un
pappagallo beh ...
tipo questo
invece
Pio è piccolo sta
nel palmo di una
mano
All'arrivo, dopo
aver disposto tutto
per il meglio nella
stanza, lasciarlo
solo è stato un
problema, non ne
voleva sapere ed il
suo atteggiamento
era quello di quando
desidera essere
preso e coccolato.
Si doveva andare a
mangiare e chiusa la
porta il suo “canto”
mi ha seguito a
lungo, la cena è
stata consumata
velocemente per
risalire.
Nel girare la chiave
nella serratura ha
ricominciato a
ciangottare
disperatamente e,
appena aperta la
porta, si è
catapultato a terra
correndomi incontro.
Non aveva toccato
cibo. Si son rifatti
tutti i percorsi: le
sementi le trovi
qui, l’acqua è qui e
dolcemente
avvicinavo quella
testolina nelle
varie ciotole; qui
si dorme
(invitandolo
caldamente ad
entrare nella
scatola dove avevo
ritagliato una
porticina) ed è
piena dei tuoi
pezzetti di carta
quindi ...
tranquillo!
La notte è stata una
grande coccola
“calmante” ed al
mattino – dopo un
attimo di
smarrimento – la
fame ha facilitato
il ricordo dei vari
percorsi. Ma l’umore
ed il disagio non
erano mutati.
Il secondo giorno
decido di portarlo
in spiaggia perché
durante la mattinata
sarebbero andati a
riparare la
tapparella e tutto
mi faceva pensare
che si sarebbe
spaventato.
Armata di tutto il
necessario raggiungo
l’ombrellone e nel
ripiano allestisco
il suo alloggio al
riparo dal sole,
un bicchiere colmo
di sementi, un po’
di carta ed una mia
ciabatta (che lui
ignora) e nel
portacenere in
dotazione ci sta a
pennello un
bicchiere con
l’acqua.
Appoggiata la borsa
della spiaggia ai
ganci
dell’ombrellone
stendo tutt’attorno
un pareo di cotone
che praticamente
funge da tenda.
Il tutto finalmente
di suo gradimento.
Rassicurata dal suo
comportamento mi
perdo un po’ a
leggere ed un po’ a
scrivere di lui.
Non essendo così
diffuso vedere in
spiaggia un
uccellino così
simpatico e
tranquillo,
immaginavo avrebbe
destato curiosità ma
il mio pensiero ero
limitato ai bambini
ma non loro si
soffermavano anche
molti adulti, alcuni
dei quali chiedevano
varie informazioni
ed il permesso di
fotografarlo.
Era diventato la
mascot del bagno ed
ogni giorno riceveva
visite nuove o
saluti da chi già lo
conosceva.
Un ragazzo di colore
(che girano tra gli
ombrelloni cercando
di venderti
qualcosa) si
avvicina ed ha sul
palmo della mano una
piattaforma, una
sorta di mini
giardino completa di
mini tronchi di
albero, un mini
prato e sui tronchi
due uccellini dai
colori sgargianti.
Pio comincia a
ciangottare (con
intonazione di
"avviso") per cui
presto attenzione
per capire cosa lo
irrita.
Beh .... da quei due
uccellini che
muovevano il capo su
e giù (come
quei cani-giocattolo
che si usava tenere
in auto anni fa e
non smettevano mai
di agitare quel
collo staccato dal
corpo) proveniva un
cinguettio continuo,
ed il ragazzo mostra
quella "novità"
invitandomi ad
acquistare ed io,
con un grande
sorriso, prendo Pio
e mostrandoglielo
gli dico: mi spiace
io ne ho uno vero.
Resta di sasso quasi
impallidisce (fatica
da credere) gli
strappo un mezzo
sorriso e, senza
dire una parola,
continua il suo
peregrinare.
Ewwwaiii Pio sei un
mito!!
In camera:
tapparella giù? Il
buio .. e Pio non
avrebbe mangiato.
Tapparella a metà
con vetri chiusi?
Luce sì ma sarebbe
stato un caldo
soffocante.
Nel pomeriggio prima
di scendere in
spiaggia le provo
tutte.
La terrazza? E’ alta
e di cemento, tranne
il foro per lo
scarico dell’acqua
non esistono altre
vie di fuga.
Cammino avanti e
indietro cercando di
rassicurarmi.
Decido per le
tapparelle a metà,
vetri aperti tende
chiuse e si parte
per la spiaggia.
Ma dopo un’oretta
son in camera per un
controllino, tutto
ok. E’ ancora
tranquillo.
Sarà pure tutto
ridicolo ma è da
provare!!
Sono sempre del
parere che, se si
possiede un
animalino e lo si
ama, è un dovere
prendersene cura e
fare in modo che
stia meglio
possibile.
D’altronde son 13
anni che fa parte
della famiglia e per
altrettanti anni il
suo percorso e la
visione di ciò che
lo circonda non sono
mai cambiati, per
cui ritengo normale
un pò di incertezza
da parte mia e da
parte sua lo
smarrimento
nell’accettare e
memorizzare queste
nuove situazioni e
restare fiducioso.
Nel giro di pochi
giorni è
decisamente più
tranquillo, aveva
capito che la
mattina presto
avrebbe lasciato
quella stanza,
colazione in
compagnia
(limitatamente al
suo spazio - un
tovagliolo di carta)
il rientro verso le
11.30, poi un pisolo
nel pomeriggio ed il
resto della giornata
(poche ore) le
avrebbe trascorse da
solo.
In spiaggia ha
ripreso a mangiare
ma si stancava di
stare in ozio allora
giocavamo con un
mini orsetto di
peluche che, a mio
dispetto, non
gradiva per nulla ma
si divertiva a
"combattere" con lui
come del resto fa
con i rotoli vuoti
dello scottex e
carta igienica. Non
li sopporta proprio.
Per un piccolo
incidente una
mattina le sementi
si rovesciano sulla
sabbia e, dopo un
bel temporale,
cominciarono a
spuntare minuscole
piantine che il
bagnino si guardò
bene dal rastrellare
tanto era sorpreso
di quella mini
vegetazione.
Ogni giorno sempre
più rigogliose che,
alla fine, ci
prendemmo cura di
loro annaffiando
l'oasi ogni sera
prima di rientrare
in albergo.
Pio si divertiva a
beccare quell'erba
morbida e fresca.
Chissà se c'è
ancora.
Quest'anno io ero in
compagnia di
un'amica sgradevole
e decisamente
appiccicosa: LA
FIFA, meno male che
avevo Pio di cui
occuparmi per non
pensare troppo.
Ho letto due libri
"leggeri da
spiaggia" di cui uno
è stato molto
apprezzato anche da
Pio non certo per
l'argomento trattato
ma per la facilità
con cui quella carta
si lasciava
stagliuzzare ed era
molto plasmabile
quando "lavorava"
una estremità per
poi infilarla in
mezzo alle penne.
Sdraiata nel lettino
Pio stava
comodamente sulle
mie ginocchia ed io
leggevo tranquilla
finché appare sul
bordo del libro e
inizia a strappare
piano piano senza
fretta la carta.
Meno male che
leggevo in fretta le
prime righe delle
pagine!!
La gente attorno lo
guardava con una
sorta "di buona
invidia" incredula
della sua
domestichezza,
e quando si lasciava
la spiaggia i saluti
erano tutti per lui
mentre tranquillo
stava sulla mia
spalla o dentro ad
una scatolina
facendo intravedere
solo la testa.
Alcuni bambini,
quelli a cui
metteresti
volentieri
un
cerotto sulla bocca,
azzardavano
impertinenti ad
avvicinare le mani
per toccarlo
malgrado le mie
raccomandazioni e
quelle dei genitori,
alla fine (pensavo)
si arrangeranno e,
come si dice: uomo
avvisato mezzo
salvato.
A chi mi chiedeva
gentilmente di
poterlo accarezzare
facevo in modo che
Pio non potesse
affondare quel suo
becco adunco e
terribile, allora i
bimbi lo toccavano
dolcemente sulla
testolina.
E la vacanza è
proseguita
tranquilla con il
mio andirivieni
dall'albergo alla
spiaggia e
viceversa. Tutto
molto pacato tutto
molto "non ho
voglia di far nulla
e nulla devo fare".
Ho assistito alla
sfilata delle auto
anni 40-50 in
occasione
dell'annuale
Festival
Internazionale di
Musica e Cultura
dell'America anni
'40 e '50
Summer Jamboree
quest'anno alla XI
edizione iniziata il
31 luglio e
terminata l'8
agosto, per cui
durante le mie
vacanze.
Di recarmi in centro
città per assistere
a qualche spettacolo
non mi è passato
neppure per
l'anticamera del
cervello: troppa
troppa gente si
accalcava per
godersi le varie
esibizioni ed io non
posso reggere. Ma la
sfilata sì, quella
me la son goduta e
ho fatto qualche
foto.
Un'occasione, per
molti, di mescolarsi
per nove giorni,
fino all'8 agosto,
con personaggi
curiosi e
appassionati
giunti da tutto il
mondo, per indossare
abiti vintage, gonne
a ruota, jeans con
risvolto,
brillantina, ciuffi
e foulard. Il
programma prevede
oltre cento ore di
concerti
swing, rockabilly,
hillbilly, rhythm
and blues da
mezzogiorno alle 4
del mattino.
Prevista la
possibilità di
esibirsi in balli
d'epoca come jive,
boogie, shim sham
nei posti più
suggestivi di
Senigallia e in
spiaggia con
l'immancabile
Hawaiian party.
E' stato emozionante
rivedere la gente
vestita e truccata
come in quell'epoca
(tempo che ho fatto
appena in tempo a
vedere ... o forse
qualche rimasuglio
di quel modo di
vestire) c'erano
belle ragazze
truccate molto bene
e i ragazzi woowww.
Naturalmente avranno
scelto i migliori
... come sempre.
In questo video
alcune foto.
****
ma, per avere
un'idea più ampia di
ciò che rappresenta
lo spettacolo questi
video, che non ho
realizzato io, sono
molto esaurienti.
video1
video 1.
Sara, mia figlia, ha
voluto essere
presente nel momento
in cui, tornati a
casa, Pio avrebbe
rivisto quella
stanza che conosce
da sempre, la sua
gabbia con l'attico,
la lampada e la sua
"ciabatta" da cui è
stato lontano e
"dalla quale è stato
"a digiuno" per
dodici giorni.
Sembrava impazzito
le sue ali hanno
cominciato a fremere
accennava a voler
volare e Sara felice
(che fosse tornato a
casa) l'ha
accompagnato nel suo
alloggio. Tutto è
tornato come prima,
anzi meglio, perché
durante la vacanza,
forse per le mille
coccole ricevute, si
è rinvigorito e sono
spuntate sul collo
nuove tenere penne.
Si chiamano
inseparabili perché
hanno la grande
caratteristica di
vivere sempre
insieme con chi
scelgono come
compagno. Infatti
sono conosciuti,
anche come
“uccelli
dell’amore”.
Sono pappagallini
molto allegri,
simpatici,
socievoli e assai
vivaci che danno
molte soddisfazioni.
Ti voglio bene Pio
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