01.08.06
Non credevo ai miei
occhi questa mattina
quando, sveglia, mi
son trovata al mare.
Nel terrazzino ho
sorseggiato con
calma il caffè
godendomi l’aria
fresca che non
proveniva né da un
ventilatore né da un
condizionatore.
Quest’anno sono
arrivata davvero
molto provata
all’ultimo giorno di
lavoro. Come tanti
ho sofferto questo
caldo incredibile e
come tante della mia
età ho compagne che
(non amo chiamare
caldane perché
invecchia) chiamo
“emozioni”.
D’altronde Battisti
non pose limiti al
senso delle
emozioni… tu
chiamale se vuoi
emozioni….
Aumento del battito
cardiaco,
un’avvolgente caldo
interiore e un po’
di tremore, non sono
forse ingredienti
del tutto simili ad
altre emozioni?
E’ stata una gradita
sorpresa svegliarsi
ad un’ora decente e
non al canto del
gallo; non ho,
deliberatamente,
prestato troppa
attenzione
all’immagine
riflessa nel mio
specchio.
Sei stanca? Hai il
viso segnato e
profonde borse agli
occhi?
…. “Ma come stai?”
mi son chiesta.
Sto bene. Sono in
vacanza. Ho staccato
la spina.
Con calma,
assaporando di tanto
in tanto il mio
caffè, ho cercato di
porre rimedio ai
segni sul mio viso,
truccandolo un po’.
Truccarsi: è
nascondersi dietro
un velo di
“maschera” con la
speranza che gli
altri (e prima di
tutto me stessa)
abbiano un impatto
visivo accettabile,
è cercare di mettere
in risalto ciò del
viso più ci piace
celando le
imperfezioni, è non
rivelare la nostra
emotività e mostrare
un self control tra
ombretto e colpi di
mascara.
I pagliacci? Mai
pensato a come
appaiono dopo aver
deterso il volto da
quella macedonia di
colori che prestano
al loro viso un
continuo sorriso?
Poi di corsa la
colazione: mamma mia
quanto ben di Dio su
quel tavolo!
Dagli affettati al
formaggio, frutta,
bevande varie, paste
dolci e salate,
marmellata, burro,
latte, caffè e il
pane fresco!
Mi verrebbe voglia
di immergermi in
quella ciotola piena
di yogurt troppo
buono e troppo
morbido.
Meglio limitarsi, se
ascolto il mio
stomaco …. alla fine
dei 10 giorni
rientrerò a fatica
negli abiti.
In spiaggia l’attesa
fermata con i
conoscenti che
frequentano da anni
lo stesso bagno e
con i quali
condivido volentieri
parte della giornata
e ho voglia di
rivedere.
Una valanga di crema
a protezione 1.000
(mi son arrostita
una volta è m’è
bastata) e con soli
10 euro parto per la
camminata in acqua
“svicolando” ogni
qualvolta intravedo,
tra le tante, una
bancarella
interessante.
Ma il caldo stamani
è davvero opprimente
e prediligo
camminare in acqua.
Accipicchia che
fatica!
L’acqua oppone
resistenza al mio
passo ma dicono sia
utile alla
circolazione. Sta di
fatto comunque che è
una bella fatica.
E’ pulita, calma,
talmente limpida che
se fossi sdraiata
supina sul fondo si
distinguerebbero le
rughe del mio viso.
Piccoli pesci
s’avvicinano a riva
sembra quasi
riescano a
distinguere se, a
sollecitare l’acqua,
sono piedi oppure il
secchiello di un
bambino che cerca di
catturarli.
C’e’ silenzio, le
persone che sono in
spiaggia a quest’ora
non sono rumorose,
vogliono camminare
tranquille e senza
patir caldo; i vu
comprà stendono con
ritmi ripetitivi la
loro merce.
Buon Dio quanto mi
godo questo momento!
La bassa marea
scompare piano piano
con l’arrivo
dell’acqua che,
alzandosi, affatica
ancor più la mie
gambe.
Secondo me avrei
dovuto valutare
meglio i miei
limiti!
Una sosta per
riposarmi, intanto
mi guardo attorno:
“Mi passa accanto la
vecchietta che,
pudicamente vestita
e col cappellino in
testa, cammina in
acqua appoggiandosi
al bastone; la mamma
che gioca col figlio
a far le torte con
la sabbia sul bagno
asciuga, la futura
mamma che massaggia
le sue caviglie
gonfie e la pelle
del suo ventre
sembra scoppiare”.
Woooww la over 45-50
alta,
abbronzantissima, al
posto del costume il
filo interdentale,
la camminata decisa
e fiera esibisce il
suo fisico. No, non
passa inosservata.
Una volta vicina mi
accorgo che non
dovevo provare,
seppur bonariamente,
alcuna invidia.
Non tutto il nostro
corpo si riesce a
tener tonificato!
Abbraccio il mio
mini zaino non tanto
per “cura” quanto
per appoggiarmi a
qualcosa perché
ormai sono un po’
stanca.
Ho immagazzinato
troppe immagini, ho
fatto mille viaggi
guardandomi attorno
e leggendo ciò che
non si legge nei
visi di chi mi
cammina accanto.
Ormai la spiaggia è
diventata rumorosa.
La riva si è
trasformata in una
passerella di
persone che quasi si
scontrano:
l’imbranato che si
ferma senza
“indicatore” vien
quasi travolto dal
macio che sta
“correndo” a torso
nudo con
l’immancabile
catenone d’oro al
collo che sobbalza
ad ogni passo. Il
resto è tutto molto
tonico e lui ne fa
sfoggio.
E…. spostateve!!!
Più avanti in acqua
c’è chi, con
plateale disappunto,
folgora con gli
occhi la creaturina
che ha osato
spruzzarla giocando.
Dio che danno!!!
Esser bagnati in
mezzo al mare! C’e’
davvero di che
arrabbiarsi.
Arrivo finalmente
all’ombrellone,
l’aria è pesante,
non si muove una
foglia.
Sdraiata all’ombra,
ad occhi chiusi
cerco refrigerio
schizzandomi acqua
ovunque.
Ha inizio
l’orchestra delle
mille suonerie dei
cellulari. Le voci
al telefono si
sovrappongono “la
discussione di
lavoro”, “la
sgridata a figlio
che, rimasto a casa,
si fa i fatti propri
e la mamma che si
raccomanda”.
Le mamme si
raccomandano sempre.
Quando iniziano a
squillare i telefoni
vedo la “ola” come
allo stadio: uno
alla volta ci si
alza dal lettino
pensando che sia il
proprio…. poi ci si
sdraia nuovamente.
Fino al prossimo
squillo.
Il meglio sono le
false imprecazioni:
“basta!!!! Sono in
ferie non mi
lasciano in pace un
attimo!”
Mò spegnilo!!! E
sennò nun te lamentà.
Attorno a me le
solite situazioni:
la mamma o il papà
che gioca col
proprio figlio, la
creatura minacciata
ogni 15 minuti è
invitata a
comportarsi e a non
urlare.
Ma ad urlare per
prima è proprio la
mamma.
Nel pomeriggio un
temporale fa sparire
la gente dalla
spiaggia….“neppure
avessero annunciato
un tornado!” Cadono
grosse gocce e
lontano, in mezzo al
mare, si scaricano
fulmini che hanno un
gran fascino ……
perché lontani.
Con altri mi riparo
sotto il gazebo del
bagno, non siam
certi della
sicurezza ma non ho
alcuna voglia di
andarmene e come
aveva previsto il
bagnino la pioggia
dura pochissimo.
Rientrare in albergo
non è il massimo per
cui prendo in
prestito un ombrello
e vado alla ricerca
di un bar con tavoli
al coperto e dove si
possa fumare in
pace.
Un orzo in tazza
grande un biro un
quaderno e mi perdo
per circa due ore;
ho gli occhi
“incrociati” quando
“ritorno”. Ha
cessato di piovere e
mi sento una colla,
l’umidità è davvero
tanta e mi gira un
po’ la testa.
Come facevo anni fa
ho riportato sulla
carta le mie
emozioni, dipinto a
parole ciò che i
miei occhi, durante
la giornata, han
fotografato.
E mi piace.
02.08.06
La mattinata è
trascorsa in pieno
sole e il solito
caldo non da tregua.
Nel pomeriggio il
cielo si è coperto e
si sono aperte le
scommesse “sul
quando” sarebbe
iniziato a piovere,
mentre il bagnino –
con insolita
celerità – provvede
a chiudere gli
ombrelloni. Neppure
oggi ho voglia di
rientrare in albergo
e sciropparmi le
lamentele per il
tempo inclemente con
i villeggianti.
A
ssieme
ad
altre persone resto
sotto il gazebo a
chiacchierare.
Però, a differenza
di ieri, il vento e
la pioggia aumentano
con violenza son
vere e proprie
sferzate d’acqua; se
dapprima si rideva
di quella situazione
pian piano il timore
aumenta anche perché
i bambini iniziano a
piangere ogni volta
che un fulmine si
scarica in mare.
Già inzuppati come
pulcini si cerca il
modo migliore per
andarsene, a me
basta attraversare
la strada per essere
in albergo ma le
altre persone sono
lontane da casa.
Tutti in albergo!!
Lanciata l’idea ho
decido di
attraversare la
strada godendomi,
anzitempo,
l’emozione che avrei
provato sotto
l’acqua.
Accipicchia però la
forza del vento e
l’acqua perfino
negli occhi non mi
permettono di vedere
un gran che. Manco
so dove metti i
piedi, di certo in
acqua ….. tutta la
strada è allagata!
Beh, sarò pure
suonata ma è stato
uno spettacolo! Era
come avessi
scaricato in quei
pochi metri sotto
l’acqua e il vento
tutta la tensione
accumulata durante
l’anno!
Poco dopo anche gli
altri son entrati
per ripararsi.
Gustosissimo
buttarmi sotto la
doccia ….. era come
avessi 20 anni in
meno.
Inutile riportare i
commenti per la mia
“traversata” e per
il tempo atteso
prima di decidermi
ad andarmene dalla
spiaggia.
Tutto ciò, da un
orecchio è entrato e
dall’altro è uscito
assieme all’acqua.
Il tempo il tempo il
tempo!!!!
Accipicchia quanto
mi è difficile
tacere quando
l’argomento di
conversazione è il
tempo che, in
vacanza, dovrebbe
essere sempre bello
mai troppo caldo mai
troppo freddo, non
dovrebbe piovere
perché è un disagio
star chiusi in una
stanza d’albergo.
Taci se riesci!!!
Prova un gran
disagio chi è chiuso
in una stanza
d’Ospedale.
Ma è così faticoso
pensare alla fortuna
che ha chi è in
vacanza? Tanti non
possono andare per
mille motivi dalla
mancanza di denaro
alla mancanza di
salute, dall’esser
troppo anziani o
esser soli.
Trovo disgustoso
lagnarsi per due
gocce d’acqua, ok
siamo in vacanza
dopo tanto lavoro,
vorremmo che fosse
tutto perfetto, il
tempo fosse
bello….ma lui, il
tempo, è l’unico a
fare ciò che vuole;
per cui godiamoci il
sole quando c’è e se
piove non ne
facciamo un
problema.
Pensiamo ai soldi
che spendiamo in
albergo per una
stagione che è stata
molto instabile?
Beh io preferisco
spenderli così
piuttosto che per
altri motivi magari
di salute. (magari
un accidente)
Prima di tutto la
mia vacanza è stata
bella perché sono IO
stata bene.