Ora il sipario si aprirà davvero.
Non so cosa sto provando non ne ho la forza.
Sul palco c'è Emilio che ha il compito di introdurre e spiegare le ragioni per
cui ci si è preparati per lo spettacolo e la destinazione dell'incasso.
Emilio ha vissuto una dolorosa esperienza con
sua moglie che poi lo ha lasciato. Si è battuto
con le unghie e con i denti affinché le fossero
praticate le cure necessarie che potessero
alleviarle il dolore e riservarle una fine
dignitosa. Ha combattuto con l'Azienda Sanitaria
che riteneva troppo costose le cure. In sua
memoria e al fine di poter unire le attività di
due importanti organismi USL e ANT, Emilio
diede vita - con un gruppo di persone ad
un'associazione A.I.PA.T. "insieme per gli
ammalati di tumore".
La nostra meta era di poter attivare protocolli di
intesa per ottenere un servizio di assistenza
domiciliare oncologica continuativa 24 ore su 24,
festivi compresi (la malattia ed i suoi effetti
non si interrompono durante le festività).
Il percorso è stato lungo e faticoso, tante
promesse, tante riunioni con i vertici, tante
speranze, ma nulla di fatto.
I nodi che hanno impedito accordi tra ANT e USL
sono stati principalmente di carattere economico
.... e oltre non mi dilungo.
Abbiamo davvero lavorato tanto, cene, tombole,
pesche con premi importanti che i gestori dei
negozi ci mettevano a disposizione senza problemi
tanta è la fiducia riposta; in quattro anni
abbiamo donato - sempre in parti uguali - oltre 20
milioni di lire oltre ad un auto nuova sia all'ANT
che all'USL..
Al 31.12.2002 l'associazione si è sciolta ma solo di
nome, perchè di fatto abbiamo sempre continuato
ogni anno a organizzare - sempre con l'appoggio di
Emilio (Presidente AIPAT), spettacoli a teatro in Memoria di
Marinella e sempre i fondi son stati devoluti ad
Associazioni che si adoperano per coloro che
soffrono di tumore.
Siamo in tre a presentare "Stasera mi butto"
(sulla
falsa riga della Corrida) si inizia con un
balletto in costume da bagno "anni 30" mimando la
canzone
"stasera mi butto". La coreografia è stata
adatta alla canzone ed in pratica i due boys -
miei corteggiatori - cercano di "buttarsi" con me
ed il mio amaro compito è quello di ignorarli e
trascurare le loro attenzioni.
Tranne pochi considerati "ospiti", di noi
nessuno è mai salito
su un palcoscenico tanto meno con 880 occhi che ti
guardano.
Paolo ci chiama tutti, impiega le sue energie per
ricostruire il punto della
situazione e ricordare ad ognuno ciò che deve fare,
quando entrare, ecc.
Forse Paolo è convinto che noi si riesca a
raccogliere tutte le sue parole, noi annuiamo
senza sentirlo.
Ripasso velocemente (o credo di farlo) tutti i
passi che Paolo - il regista - ha cercato di
imprimermi nella mente, assimilati anche
grazie al preziosissimo aiuto di mia figlia ed il
suo incoraggiamento
Le gambe mi tremano ma
nessuno se ne accorgerà .... potrebbe far parte
della coreografia.
Emilio finisce il suo discorso introduttivo e noi
ci prendiamo per mano stringendoci forte ed è
intensa la sensazione percepita della complicità e dell'energia che
ognuno di noi cerca di dare all'altro.
All'apertura del sipario gli spettatori ci trovano
chini a terra, partirà la base e,
all'aumentare dell'intensità della musica, ci
alzeremo iniziando a ballare.
Credo di non ricordare più alcun passo e sbircio,
con la coda dell'occhio, i movimenti di Paolo, poi
azzardo a guardare davanti a me e .... miracolo:
davvero non vedo nessuno, la sala è completamente
buia, mi faccio coraggio, incredibilmente mi
sento una gran forza dentro e MI BUTTO!!
Il costume (mi son ben vista allo specchio) mi
rende goffa fino all'altezza del collo ... poi il
mio aspetto è simpatico.
video creato con le
immagini
Accipicchia alla fine dell'esibizione (che sembra
eterna) mi rendo conto di aver ricordato tutti i
passi e le movenze, goffe o incerte che sian state,
non importa: Paolo mi abbraccia forte ed io so che
significato ha.
Iniziano le presentazioni dei vari concorrenti e
di coloro che parteciperanno come "ospiti", per
questi ultimi "la vigilessa" (nostra
carissima amica e molto generosa nell'ospitarci a
casa sua ogni volta per le prove coccolandoci con
mille ghiottonerie) non azionerà il
semaforo. Per gli altri il funzionamento è il
classico: luce rossa (pubblico silenzioso) luce
arancio poi con il verde il pubblico esprimerà il
proprio gradimento o meno utilizzando i vari
strumenti portati.
Tutto in perfetta regola
proprio come alla Corrida.
I partecipanti si esibiscono in ballo, ballo con
travestimento, poesie, canto, suono di strumenti
musicali, piccole gheg, poi gli "ospiti" un mago
e anche l'Assessore alla Cultura
Valter Galavotti che molto simpaticamente ha
accettato di rispondere alle domande di Luca che
aveva il compito di intervistarlo.
In un cesto sono state messe buste con
all'interno domande un
po' .... come dire provocatorie riguardanti "problemini"
della
nostra città. Tra i quali la lunga storia
della
"bretella" i cui lavori erano stati bloccati
ma ora sono ripresi. Per l'occasione gli è
stato regalato proprio un paio di bretelle e pure
rosa!!. E' stato veramente un momento simpatico ed
un grande onore per noi ospitarlo, la sua
disponibilità a salire sul palco e "giocare" con
noi è stata molto apprezzata.
Tra i partecipanti .... chi
sarà premiato? Nessuno. Per noi è
già un premio aver raggiunto questa meta, salire
sul palco e riuscire a strappare un sorriso al
pubblico e vedere il teatro strapieno. La loro presenza è importante e son
davvero tante le persone per cui anche i fondi che
riusciremo a donare in beneficenza saranno
apprezzabili. Quest'anno il beneficiario sarà l'Istituto
Ramazzini di Bologna.
Un premio, invece, verrà consegnato allo spettatore che
avrà portato l'oggetto più strambo per far
"rumore" .
Fortunatamente ho assistito a qualche esibizione
durante le prove, diversamente non ne saprei nulla
di ciò che avviene sul palco.
Sono troppo presa: controllo continuamente la
scaletta per sapere chi noi - dopo ogni esibizione -
deve uscire per presentare il concorrente
successivo, devo controllare i tempi necessari per
i "miei cambi di costume".
Ad un certo punto leggi e rileggi .... mi stava
sfuggendo un particolare:
>>devo correre in camerino per indossare il costume
di Pippi Calzelunghe per presentare!<<
Non posso rappresentare la "classica velina" ....
fisico da modella, gambe lunghissime, sguardo
sensuale ed accattivante!! Potrei indossare
qualsiasi abito griffato, potrei aver trascorso
2-3 mesi in un Centro Benessere poi essere passata
ad un Centro Estetico ma, alla fine, sarei sempre
un metro e mezzo e con un fisico modellato anche
dal mutamento fisiologico dovuto all'età. Paolo
quindi ha deciso di far risaltare (dice lui) altre
mie caratteristiche decidendo di farmi diventare una
monella ed interpretare Pippi Calzelunghe.
Mica mi insulta .... lo specchio l'ho anch'io e
Pippi va benissimo. Buffo il costume preparato da
un'amica: metà verde metà arancio sia davanti che
dietro, le calze una arancio ed una verde, ai
piedi scarpacce che - risulteranno sicuramente molto
simpatiche - ma intozzano ancor di più la mia
figura. In testa un cappellino di paglia al quale
ho attaccato i codini fatti con la stoppa (quella
che usano gli idraulici) che puzza terribilmente
ma che, con uno shampoo e una lunga sosta nell'ammorbidente,
son riuscita a rendere quella canapa puzzolente in qualcosa morbido
e profumato.
E' il "mio momento" e Pippi entra sul palco per
presentare un concorrente. Ho un gran caos da
gestire: gli occhiali per leggere, i codini che
dondolano, il cappello che mi stringe in testa, il
microfono che ogni tanto perdo di vista e la
scaletta in mano; però riesco ad aprire la bocca e
presentare in modo degno il mio concorrente.
Sempre, quando sento la mia voce non provo
entusiasmo e vi assicuro che - sentendola
amplificata - pare ancora più sgradevole. Dicono
che succede a tutti di non apprezzare la propria
voce "sentendola".
Sarà.
Dietro le quinte c'è un gran fermento, ognuno ha
il suo compito da svolgere affinché tutto sia
quasi perfetto e Paolo mi lancia occhiate
confortanti come gli amici che conoscono molto
bene le mie paure ed il mio impegno.
Ricontrollo la scaletta, l'avrò letta e riletta
mille volte e ........
prestooooo mi devo ricambiarmi d'abito!!
>>"Paolo! non riesco a cambiarmi in 5 minuti!
presenta qualcun altro ti prego!<<
E Paolo con un braccio teso e il dito indice
puntato verso di me ....
"corri immediatamente in camerino o ti faccio
scendere le scale a sculacciate!" "Hai tutto
il tempo necessario!"
>>E intanto ripassa la parte!!!
La prima a crederci
devi essere tu, allora farai divertire; le tue
parole devono essere scandite per essere comprese
e aiutate dai gesti che devono essere quasi esagerati per dar modo
agli spettatori più lontani di vederti.
Non ripetere la parte a memoria!! Devi
interpretare: in quel momento TU devi davvero
essere una Befana arrabbiata!!
Ecco il panico, devo sostituire tutto ciò che
indosso e dico: TUTTO. Non mi passa neppure per
l'anticamera del cervello che ho il microfono
aperto ...
Fortunatamente ho preparato tutto suddiviso per i
vari cambi, mi svesto frettolosamente lanciando
ovunque ogni cosa ... anche il microfono.
Ora devo vestirmi da Befana per la scenetta con
Babbo Natale, sotto all'abito devo anche indossare
quello da vera "......bit bit" .. beh diciamo da
femmina fatale.
Ad un ritmo che a fatica sostengo, mentre il cuore
batte troppo forte e i minuti sembrano volare,
indosso le calze, la gonna e la maglietta da Vamp,
sopra le calze metto i calzini (quelli con le
dita) colorati che devono uscire dalle scarpacce
vecchie alle quali ho tagliato la punta. Una gonna
vecchia, strappata e larga (sopra a quella da
vamp) che poi dovrò sfilare in fretta, in vita
attacco 2 cuscini imbottiti che ho fatto per
rendere esageratamente prosperoso il "di dietro",
un cappotto lungo nasconde l'imbracatura dei
cuscini ma lascia intravedere la gonna vecchia,
sulle spalle uno scialle, in testa un vecchio
fazzoletto, i guanti di lana a cui ho tagliato la
punta delle dita e finalmente esco dal camerino.
>>Oddioooooo ho dimenticato la scopa, gli occhiali,
il microfono, le scarpe da vamp, la borsetta ed il
bocchino con la sigaretta!!<<
Rientro affannata e uscendo dimentico di chiudere
a chiave il camerino.
Spero che tutti siano onesti.
Salgo le scale a fatica con tutto ciò che ho in
mano, con la fifa che mi spinge, la scopa che mi
fa inciampare e le scarpacce più grandi di 2
numeri che a fatica gestisco.
Paolo mi corre in contro sorridendomi. Segno che
che ho fatto in fretta e posso pure permettermi il
lusso di "riprendermi".
Appoggio la borsetta, il bocchino e le scarpe sul
divanetto che poi mi servirà appena finita la
parte della Befana quando diventerò .. bit bit.
Allerto la mia amica che dovrà aiutarmi a
togliermi in fretta i vestiti.
Babbo Natale sta ancora recitando la sua parte ed
io cammino avanti e indietro nel raggio di 4-5
metri con la scopa in mano, provo a ripassare la
parte ma il cuore batte ancora forte e temo di non
ricordare nulla.
Sono senza saliva in bocca, mi si appiccica tutto
e quando mi porgono una bottiglia d'acqua bevo
come un cammello.
Babbo Natale finisce la sua parte si gode gli
applausi e si mette in disparte dietro le quinte.
Io devo entrare costringendo i miei piedi a
muoversi in modo goffo e andatura stanca.
Sì
sono una Befana stanca e molto arrabbiata,
trascino la scopa entrando in scena e la batto sul
pavimento del palco: sono adirata con lei perché -
anziché finire il 6 gennaio di consegnare i regali
ai bambini, ho terminato questa
sera!!. E' diventata lenta e
vecchia, durante il viaggio mi ha costretta a
diverse soste per mille suoi motivi ... senza
considerare le mie disavventure nel tentativo di
"entrare" nei camini.
Sono ormai troppo stretti per me ed alcuni hanno
pure gli aghi contro i piccioni che mi hanno strappato
la gonna.
Insomma mille imprevisti mi han fatto tardare.
Mi lamento con coloro che, pur sapendo che il 6
gennaio arriva la Befana per portare i regali o il
carbone ai bimbi e deve passare per il camino, pur
sapendo che è povera e che ha le scarpe tutte
rotte ..... "accendono il camino proprio
quella sera lì e lasciano i tizzoni ardenti"!!!!
Mostro agli spettatori le mie povere scarpe sfonde
e mi dolgo del bruciore e delle vesciche che ho
sotto la pianta dei
piedi.
Poi sfogo la mia rabbia contestando i privilegi
che invece si hanno nei confronti di Babbo Natale.
>>Questa idea è nata durante le
prove, secondo me calzava e Paolo ha acconsentito
purché non mi pesasse troppo e mi sentissi
tranquilla.<<
...... Sì, perchè lo dice anche la pubblicità ....
ricordate la piccola bimba che teme per la salute
di Babbo Natale durante la discesa dalla canna e
depone nel camino un panettone, volge lo sguardo
verso l'alto e sussurra: "Buttati che è morbido"!
Odo
a mala pena gli applausi perché son già proiettata
al "subito dopo".
Babbo Natale nel frattempo ha indossato una giacca
a quadrettini e diventa "un tipo da balera" che
mima la canzone di Dino Sarti "Tango imbezel"
(tango imbecille) mentre
io di volata devo spogliarmi della Befana e
diventare n'à femmina fatale.
Via tutti gli strati poi .... devo pettinarmi,
indossare le scarpe con il tacco alto (le ultime
le indossai 31 anni fa), sedermi nel divanetto con
la borsetta elegante, far finta di fumare con
quella stecca tre le dita .... il tutto assumendo
un atteggiamento altezzoso.
Entro a fatica nel personaggio, davanti a me l'ex
Babbo Natale sta mimando le disavventure della sua
vita
si avvicina un
cameriere offrendomi da bere e fa appena in tempo a
dire tra i denti "rifiuta .... i bicchieri sono
incollati al cabare'"! - accipicchia questo non era
previsto - quindi con un sorriso smagliante e
divertito rifiuto
gentilmente.
Sempre mimando le parole della canzone il
ballerino si avvicina invitandomi a ballare,
dapprima rifiuto poi,
alla fine, acconsento mentre le
parole della canzone mi avvertono che LUI non sa
ballare il tango!
Mi fa girare malamente, mi pesta i piedi, mi
strapazza ed io lo
abbandono in pista e piangendo raggiungo il divano
estraendo dalla borsa un enorme fazzoletto nel
quale verso le mie lacrime. ".... mi ha rovinato
la piazza!!"
Lui, sempre mimando, mostra dispiacere per la
figuraccia che mi ha fatto fare ed io - attendendo
la nota giusta - faccio esplodere la mia rabbia
lanciandogli la borsetta in testa ed indispettita
da tanta onta mi rifugio dietro le quinte.
Accompagnati dal presentatore di turno - Luca
- torniamo sul palco per goderci gli applausi ma l'emozione e le energie impiegate
mi han messo "fuori uso". Mi hanno detto che gli
applausi sono stati tanti e gli spettatori
veramente divertiti.
video creato con le immagini
Ancora ora, a distanza di tempo, fatico a
crederci, ancora ora al mattino, mentre di
restauro mi torna in mente la mia parte e la
ripeto.
Per le persone che, come me, hanno problemi di
attacchi di panico con annessi e connessi, non è
un'impresa facile subito.
I vari concorrenti allo sbaraglio si sono offerti
mentre io, al primo incontro con il regista, sono
stata scelta come valletta e coopresentatrice.
In quel momento mi son spaventata ma non ho
rifiutato. Ne tre mesi precedenti lo spettacolo ho
vissuto momenti di perplessità, ma mai il pensiero
di rinunciare, malgrado le varie idee che
sgorgavano inesauribili dalla mente di Paolo per
parti che avrei potuto interpretare.
Il mio lungo percorso che include la capacità di
"considerarmi" indipendentemente dal giudizio
altrui, un pò di autostima, un pò di sano egoismo,
imparare a dire qualche nò e sapere che non posso
piacere a tutti ma che per questo non devo
sentirmi insignificante, tutto questo dura da
anni direi che ha avuto buoni risultati: mi ha
consentito di BUTTARMI!! Grazie Tiziana!!
Questa, del teatro, è un'esperienza che aiuta anche se ti batte il
cuore forte forte, fa bene all'anima e dà fiducia;
naturalmente sono stata aiutata anche dal contesto
dello spettacolo. "Con più sbagli e più gli
spettatori si divertono" dice Paolo aggiungendo
però che si deve essere "padroni della parte" da interpretare.
Se penso alle prime "prove" mi sento male! Lo
sguardo di Paolo era fiducioso ma ho preso anche
tanti 5, amorevoli ma sempre 5. Non mi sono
abbattuta ho fatto finta di essere davvero
un'attrice e piano piano ho ignorato chi mi stava
accanto e sempre migliorato.
Il più ora è fatto. Oramai restano - per me -
alcune presentazioni di concorrenti e la
premiazione dello spettatore che ha lo strumento
più strano e chiassoso.
Il premio consiste nella consegna di una grande
medaglia d'oro.
Cioè una grande medaglia fatta di cartone e
colorata d'oro nella quale sono state incollate
varie figure della Locandina. Ho lavorato molto
per quella medaglia e sorridevo mentre la decoravo
immaginando già di poterla mettere al collo del
vincitore. E come tutte le medaglie che si
rispettano aveva una custodia: un contenitore di cartone
(di quelli che usano per la pizza da esporto) e
dipinta di color argento: ci stava a pennello!!
Poi tutti sul palco chiamati ad uno ad uno ci
godiamo gli applausi che arrivano dagli
spettatori, li sentiamo molto sinceri non di
circostanza. Gli ultimi sarebbero di breve durata.
Io e l'amica che ha interpretato "la vigilessa"
riceviamo un inaspettato mazzo di rose che ci
imbarazza e ci commuove.
Mentre continuano gli applausi sento un fischio
(tipo arbitro) mi giro e vedo mia figlia che mi
lancia sul palco un mazzo di fiori!! Splendido
riesco a prenderlo al volo ed in quel momento i
"rubinetti" hanno qualche problema di
"tenuta".
Paolo mi abbraccia e parlando al pubblico si
complimenta con me per aver portato a termine
questo impegno che mi ha procurato non pochi
momenti di panico.
Pochi giorni prima dello spettacolo sentivo il
desiderio di preparare qualcosa per Paolo,
qualcosa che rappresentasse e gli ricordasse tutta
l'energia e la fiducia che mi ha trasmesso.
Tenevo in mano un rettangolo di compensato mentre
cercavo, tra le carte da decoupage, qualche
immagine che esprimesse ciò che provavo.
Trovato!! Un gufo "maghetto" appollaiato su uno
sgabello mentre legge il grande libro della magia,
con un'ala sostiene la bacchetta magica che agita
in direzione di una ragazzina vestita tipo Pippi
trasmettendole coraggio.
Vedevo già il quadretto finito e sapevo sarebbe
stato carino, forse un pò infantile, ma
significativo.
Poi, conoscendomi, non mi sarei limitata solo a
decorare ma avrei pure scritto due righe ma che
non sarei stata in grado di leggere davanti a
tutti mi sarei commossa troppo.
Infatti, ad un certo punto, sale sul palco
un'amica e legge il mio pensiero per Paolo.