02-03-2007 attivazione pagina
Io non so
cosa posso fare,
cosa NOI possiamo fare ma
questo
non può essere accettato.
Parlo con cognizione di causa
quindi ancor più accalorata
la mia denuncia.
Invito coloro che mi leggono
a visitare il sito:
http://www.giulemanidaibambini.org/cscientifico.html
troverete diverse notizie e
la possibilità di firmare (se volete) una petizione affinché
questo non avvenga potete esprime la vostra opinione e altro
ancora.
cliccate su “aiutaci” e
troverete tutto.
Credo sia importante per
tutti. Tutti abbiamo dei figli. Chi non ne ha può contribuire
ugualmente ad esprimere il proprio parere. Questi figli sono il
nostro domani.
Spero di non esser sola ad
aderire a questa battaglia
Tra i promotori
:
www.ausl.bologna.it
nella home page troverete, tra i tanti,
questi testimonial che non si limitano "alla pura adesione" ma
hanno
"sposato gli ideali della campagna, supportandola attivamente"
Testimonial: Beppe Grillo
La firma;
P.F.M. - Premiata
Forneria Marconi
La firma;
Piero Pelù
La firma;
Don Mazzi
La firma
puoi firmare
la
petizione
puoi chiedere di
essere informato periodicamente sull'argomento
Ritengo non sia tempo perso. Anche se l'argomento fortunatamente
non vi tocca è comunque importante sapere che questi problemi
esistono.
17.07.2006
Amici continuo la mia
"battaglia"
contro coloro che vorrebbero liberalizzare l'uso di un certo
tipo di farmaci da somministrare ai bambini al di sopra degli 8
anni. E posso farlo solo attraverso la divulgazione di queste
notizie.
Non è certo un obbligo.... ma vi invito caldamente ad ascoltare
questo videoclip.
Se è nostra la fortuna di avere figli che non hanno questi
problemi ascoltiamo cio' che accade ai figli di altri. Come
stiamo vivendo ora: senza un attimo di tregua, sempre correre,
sempre andare...sempre meno tempo per parlare ancor meno per
ascoltare.....
http://www.giulemanidaibambini.org/videoclip.php#2
riporto
alcuni dati statistici presi dal sito:
73.043.500, il numero di bambini ed adolescenti (0- 18 anni)
censiti negli Stati Uniti
(fonte: U.S. Census Bureau)
11.000.000, i minori che ogni anno utilizzano psicofarmaci (per
tutte le patologie) nei soli Stati Uniti
(fonte: NIMH, Nexus, Los Angeles Times)
20.000.000, il numero di ricette compilate in USA ogni anno per
la somministrazione dei soli psicofarmaci di tipo stimolante ai
bambini
(fonte: British Medical Journal, Nexus)
12%, la
percentuale di bambini che ricevevano già psicofarmaci
all'inizio delle scuole elementari nella vicina Francia
(fonte: Ministere de la Santè, ricerca pubblicata su Canadian
Journal of Psichiatric vol. 43)
2%
(pari a 170.000 unità), la percentuale di minori italiani che
soffrirebbero della Sindrome da Iperattività e Deficit di
Attenzione secondo i risultati del progetto di screening
"PRISMA"
(fonte: Ministero per la Salute)
30.000, i
bambini Italiani che ogni giorno assumono antidepressivi che
inducono potenzialmente al suicidio, la cui somministrazione è
stata già interdetta dall'Agenzia Europea del Farmaco
(fonte: Istituto Mario Negri di Milano)
1 anno, il ritardo del Ministero della Salute italiano nel dare
riscontro ai primi "warning" sulla somministrazione di molecole
antidepressive ai minori
(fonte: Campagna GiùleManidaiBambini)
8 anni,
l’età a partire dalla quale viene somministrato il Prozac® ai
bambini
(fonte: EMEA)
173, il
numero di autorevoli ricerche scientifiche universitarie già
tradotte in italiano a cura di GiuleManidaiBambini, che mettono
in allarme circa i rischi della somministrazione di psicofarmaci
ai minori e che sono ignorate dalle autorità nazionali di
controllo
(fonte: portale www.giulemanidaibambini.org, sezione Ricerca
Scientifica)
1, il
registro nazionale dove verranno "schedati" i bimbi in terapia a
base di psicofarmaci
(fonte: Istituto Superiore di
sanità, Ministero per la Salute)
55, il
numero delle personalità che hanno accettato di "mettersi in
gioco" come "testimonial" di questa battaglia, dal compianto Ray
Charles che aderì poco prima di mancare, a Beppe Grillo, da
Linus di Radio DJ a Renzo Arbore, e molti altri
(fonte: portavoce
GiuleManidaiBambini, portale www.giulemanidaibambini sezione
Testimonial)
01.10.2006
Il Prozac (fluoxetina)
conosciuto anche come “pillola della felicità”
o “bye bye blues” (addio
tristezza) per i suoi effetti stimolanti oltre che
antidepressivi, presenta gli stessi effetti collaterali degli
altri SSRI (nausea, sudorazione e tremore, secchezza delle
fauci, mancanza di coordinazione motoria, affaticamento,
disturbi della sfera sessuale), con la differenza che anziché ad
un aumento di peso porta ad un dimagrimento; dietro questo
apparente vantaggio si nasconde però il rischio di sviluppare un
forma di anoressia, patologia psichica che si andrebbe così a
sommare alla depressione.
È
attualmente in corso un processo per stabilire se il Prozac,
attivando in senso maniacale la persona che lo assume, sia la
causa di una serie di omicidi verificatisi negli Stati Uniti.
questi
testi non devono in nessun modo essere alterati -
provengono dalla fonte ufficiale del sito
www.giulemanidaibambini.org
Atto Camera
Interrogazione
a
risposta
scritta
4-02023
presentata da
LUANA ZANELLA
martedì 19 dicembre 2006
nella seduta n.088
ZANELLA. - Al Ministro
della salute. - Per
sapere - premesso che:
il Ministero della Salute
sta per approvare,
tramite l'Istituto
Superiore di Sanità, la
registrazione del
metilfenidato (Ritalin)
come farmaco destinato ai
bambini e ragazzi dai 6
ai 18 anni, e la sua
distribuzione gratuita a
spese del servizio
sanitario nazionale (in
altri termini, senza
poter scegliere, lo
pagheranno tutti i
cittadini con le tasse);
l'introduzione in Italia
di questo farmaco appare
come una grave minaccia
per la salute fisica e
psichica di migliaia di
bambini e adolescenti, in
diretta relazione ai
gravi effetti collaterali
registrati all'estero con
l'utilizzo dei farmaco
sia in dose d'abuso sia a
normale dosaggio
terapeutico;
il metilfenidato serve
solo a temporaneamente
risolvere i sintomi dell'ADHD,
«Sindrome da deficit di
attenzione e
iperattività». Tale
disagio del
comportamento, comparso
nel «Manuale Diagnostico
e Statistico per Malattie
Mentali» (DSM) nel 1980,
che è un volume redatto a
pubblicato non da
un'organizzazione
pubblica bensì da
un'associazione privata
americana (l'APA), si
diagnostica con un test
(Scala Insegnanti,
Modificato da: DMS IV APA
1995 e Scale SDAG
Cornoldi, Gardinale,
Masi, Pettenò 1996)
basato su 9 domande circa
comportamenti molto
comuni in tutti i minori,
come quella che indaga
se, ad esempio, il
bambino «evita, non gli
piace o è riluttante ad
affrontare impegni che
richiedono uno sforzo
mentale continuato (come
i compiti di scuola)»;
osservando il punteggio
attribuito alle possibili
risposte si evince come
tale griglia di
valutazione sia
decisamente ampia (mai-0,
qualche volta= 1, spesso=
2, molto spesso= 3 con
presenza della malattia
per ogni punteggio uguale
o superiore a 14), con il
risultato che molti
minori italiani rischiano
di venir «etichettati»
come «malati»;
secondo il Ministero
della Salute il
metilfenidato fa parte
della tabella I delle
sostanze stupefacenti e
psicotrope, insieme a
sostanze come morfina ed
oppiacei (cocaina ed
eroina), barbiturici,
benzodiazepine (diazepam,
flunitrazepam, lorazepam,
ecc), amfetamine
anoressizzanti (amfepramone,
benzamfetamina); il
metilfenidato si trova
nella sezione A (la
tabella I è suddivisa in
cinque sezioni indicate
con le lettere A, B, C, D
ed E dove sono
distribuiti i farmaci in
relazione al decrescere
del loro potenziale di
abuso);
l'esistenza dell'ADHD è
messa in dubbio da
numerosi esperti (anche
in Italia, si veda la
Consensus Conference
tenutasi all'Ospedale
Molinette nel maggio
2005), che non solo
sottolineano la totale
assenza di prove
scientifiche denunciando
che i bambini vengono
drogati per risolvere
problemi che andrebbero
superati in termini
pedagogici, ma lanciano
anche l'allarme per la
nocività dei farmaci
utilizzati per «curarla»;
come riportato dallo
stesso foglietto
illustrativo del
Metilfenidato-amfetamina
(Ritalin - della casa
farmaceutica
multinazionale Novartis),
«...un'adeguata eziologia
di questa sindrome è
sconosciuta e non esiste
un'analisi clinica in
grado di diagnosticarla».
Già nel 1998, del resto,
una commissione di
esperti statunitensi ha
trovato che il metodo
corrente per
diagnosticare l'ADHD si è
rivelato elusivo, cioè
«non conclusivo», una
formulazione
«diplomatica» per dire
che non è stato appurato,
in sede scientifica se
quest'insieme di sintomi,
classificati come ADHD,
sia effettivamente
rilevante sotto il
profilo patologico o no,
e per quali motivi;
ufficializzata come
malattia mentale nel 1980
dall'American
Psychiatry Association
l'ADHD, in pochi anni è
stata trasformata in una
vera e propria epidemia:
negli Stati Uniti le
diagnosi di ADHD sono
passate dalle 150 mila
del 1970 ai 4 milioni e
500 mila nel 1997.
Malgrado le incertezze
circa (eziologia e
l'efficacia della cura,
il consumo di
metilfenidato è cresciuto
dal 1990 a oggi dell'800
per cento (Moynihan
2005);
il fenomeno è in rapida
crescita anche fuori
dagli States,
infatti in un rapporto
del 23 febbraio 1999 il
Consiglio Internazionale
per il Controllo dei
Narcotici (INCB) ha
lanciato un preoccupato
allarme: l'uso di
sostanze eccitanti,
metilfenidato, per la
cura dell'ADHD è
aumentato di un
sorprendente 100 per
cento in più di 50 paesi.
In molti paesi -
Australia, Belgio,
Canada, Germania,
Islanda, Irlanda, Paesi
Bassi, Nuova Zelanda,
Norvegia, Spagna e Regno
Unito - l'uso delle
sostanze stupefacenti
potrebbe raggiungere
livelli alti quanto
quelli degli Stati Uniti,
che al momento consumano
più dell'85 per cento
della quantità totale
mondiale. Il Consiglio si
appella affinché le
nazioni valutino la
possibile sovrastima
dell'ADHD e frenino l'uso
eccessivo del
metilfenidato;
i pazienti trattati con
questa droga, che
all'inizio degli anni
Novanta erano per la
maggior parte studenti
della scuola elementare
includono ora un numero
crescente di bambini,
adolescenti ed adulti.
Negli Stati Uniti, è
stata diagnosticata l'ADHD
nei bambini di appena un
anno;
le responsabilità delle
istituzioni scolastiche
americane in questa
tragica intossicazione di
massa dei bambini sono
state determinanti. Nel
corso degli anni Ottanta
le opportunità offerte
dal programma governativo
per l'istruzione speciale
(ottenuto nel 1978 dopo
decenni di battaglie da
parte della società
civile per garantire ai
ragazzi disabili
l'accesso alla scuola
pubblica) si sono
trasformate in un grande
affare per le scuole,
grazie ai fondi federali
assegnati ad ogni
istituto in base al
numero di studenti
diagnosticati come
portatori di handicap e
bisognosi di programmi di
educazione speciale;
il metilfenidato è
diventato uno dei
migliori affari del
mercato farmaceutico
americano: secondo la DEA
(Drug Enforcement
Agency), l'organismo
incaricato della lotta
contro la droga, dal 1990
al 1995 le prescrizioni
di Ritalin sono aumentate
del 600 per cento, con un
giro d'affari valutato
sui 2 miliardi di
dollari; non a caso le
due ditte produttrici
delle sostanze per la
cura del disturbo, Eli
Lilly e Novartis
conducono studi e,
attraverso i loro siti
internet, campagne di
informazioni sull'ADHD.
Eli Lilly ha finanziato
due studi dell'IRCCS
Medea, che hanno ricevuto
anche fondi dal Ministero
per la Salute nella
precedente legislatura: «ADHD:
impatto sociale ed
economico della malattia.
Ricerca osservazionale
retrospettiva e
multicentrica per
valutare l'impatto
sociale ed economico
dell'ADHD in Italia» e
«Studio osservazionale
sul disturbo da deficit
dell'attenzione e
iperattività in Europa».
Novartis commercializza
il metilfenidato (fuori
brevetto e ritirato
dall'Italia, nel 1989,
per ragioni commerciali),
e recentemente ha
ottenuto dall'FDA il
permesso di vendere un
suo enantiomero, il
destrometilfenidato (che
ha una durata d'azione
più lunga rispetto alla
molecola originale);
mentre Eli Lilly dal 2003
propone negli USA l'atomoxetina,
studiato per diventare
farmaco di prima scelta
nella terapia dell'ADHD,
ma responsabile, secondo
l'FDA, di gravi danni
epatici ed ispirazione di
idee suicidarie nei
minori, effetti
collaterali non emersi o
non pubblicizzati durante
la fase di
sperimentazione;
in uno studio della DEA
(ente governativo USA) si
legge: «all'uso
prolungato di
metilfenidato sono stati
associati episodi
psicotici, illusioni
paranoiche, allucinazioni
e comportamenti anomali,
simili alla tipica
tossicità delle
anfetamine. Sono state
riportate gravi
conseguenze fisiche e la
possibilità di morte».
(Terrance Woodworth,
DEA Congressional
Testimony before the
Committee on Education
and Workforce:
Subcommitee on Erly
Childhood, Youth and
Families, 16 May 2000);
anche senza abusi di
somministrazione, gli
effetti collaterali di
questa sostanza
includono: «cambiamenti
di pressione sanguigna,
angina pectoris, perdita
di peso, allucinazioni,
psicosi tossica. Durante
la fase di astinenza c'è
la possibilità di
suicidio» (Physicians'
Desk Reference, Medical
Economics Company, New
Jersey, 1998, pag.
1896-1897; DSM III
edizione); il
metilfenidato può
provocare, in chi lo
assume regolarmente,
gravi disturbi psichici,
che a loro volta
determinano la
prescrizione aggiuntiva
di sonniferi e altri
psicofarmaci; uno studio
retrospettivo di cinque
anni condotto da Cherland
e Fitzpatrick nel 1999 su
bambini diagnosticati con
ADHD e trattati con
psicostimolanti ha
riscontrato che più del 9
per cento di loro ha
sviluppato allucinazioni
e paranoia, cessate con
(interruzione della
somministrazione del
farmaco; prima di questa
ricerca la comparsa di
psicosi nei consumatori
di queste droghe era
valutata intorno all'1
per cento e tali psicosi
erano ritenute latenti e
non farmacoindotte;
secondo quanto affermato
da «Giù le Mani dai
Bambini», il più
rappresentativo Comitato
italiano con focus sui
disagi dell'infanzia che
raggruppa più di cento
associazioni di
volontariato e promozione
sociale, le quali
rappresentano tramite i
propri iscritti oltre 8
milioni di italiani, il
numero di ricoveri in
rianimazione per uso di
metilfenidato di ragazzi
dai 10 ai 14 anni, si è
moltiplicato per 10 dal
1990 al 1995,
raggiungendo il livello
dei casi di ricovero
d'emergenza da cocaina
per la stessa fascia di
età; i decessi causati
dal Ritalin in USA
sarebbero stati 160 dal
1990 al 1997;
uno studio
dell'Università di
Berkeley afferma che i
bambini trattati con il
Ritalin hanno un rischio
tre volte maggiore degli
altri di diventare
tossicomani, un altro -
molto recente - che,
anche a normale dosaggio
terapeutico, triplica il
rischio cancro e di
alterazioni cromosomiche
nei bambini trattati;
recentemente in Canada,
Australia, Giappone e
Nuova Zelanda è stato
proibito non solo il
metilfenidato, ma tutti i
psicofarmaci ai minori di
18 anni. Negli USA, dopo
gravi casi di bambini
morti per crisi cardiache
o suicidi indotti da
psicofarmaci, una legge
ora stabilisce che su
tutte le confezioni di
queste sostanze appaia
ben grande e chiara una
scritta con un
avvertimento dei pericoli
che si corrono con la
loro assunzione. Inoltre,
prima di somministrare
tali sostanze, il medico
dovrà ottenere il
consenso informato dal
paziente;
negli USA l'azienda che
produce il Ritalin è
stata portata in
tribunale, accusata da
migliaia di famiglie di
aver complottato per
spingere la gioventù
americana al consumo di
psicofarmaci. Così, in
quattro stati americani
sono in corso altrettante
cause collettive. La tesi
dell'accusa, guidata da
un noto avvocato, Andrew
Waters (già assurto agli
onori della cronaca per
le sue cause, vinte,
contro le industrie del
tabacco), è che l'azienda
farmaceutica avrebbe
cercato di assicurarsi i
favori di importanti
associazioni. In primis,
l'American Psychiatric
Association, ma
sarebbe coinvolta anche
la Children and Adult
with Attention Deficit
Disorder (CHADD), una
associazione di genitori
di bambini iperattivi;
nel 2002 la Commissione
Olandese per la
Pubblicità ha ordinato di
cessare la pubblicità che
descriveva l'ADHD come un
disturbo neurobiologico o
genetico in quanto
ingannevole, perché non
ci sono prove
scientifiche a sostegno
di questa tesi;
in cinque anni esaminati
(1997/2002) in Italia,
secondo dati statistici
elaborati da un ente
indipendente, la
prescrizione di
psicofarmaci ai bambini è
aumentata addirittura del
280 per cento, a ritmo
doppio rispetto agli USA,
come affermato dalla
campagna di
farmacovigilanza italiana
più importante, portata
avanti da «Giù le Mani
dai Bambini»; l'AIFA
sostiene a sua volta che
- successivamente a tale
non contestato incremento
- ci sia stata una
flessione nelle
prescrizioni del 55 per
cento, ma non è certo
questo a rasserenarci,
dal momento che la
recente autorizzazione
EMEA che abbassa l'età
per la prescrizione di
potenti antidepressivi da
18 ad 8 anni porterà ad
un quasi immediato nuovo
incremento nei consumi.
Sono da 30 mila a 50 mila
i bambini italiani che
già oggi assumono
psicofarmaci, secondo uno
studio del «Mario Negri»
pubblicato su una
prestigiosa rivista
scientifica che
sottolinea come si tratti
della punta di un iceberg
visto che il dato è
fortemente sottostimato;
per questo esiste il
fondato timore che
genitori e insegnanti, di
fronte alle difficoltà di
apprendimento o di
comportamento dei
bambini, valutando in
modo inappropriato
normali comportamenti
infantili, siano indotti
a chiedere una risposta
farmacologica, anziché
affrontare e risolvere le
dinamiche relazionali
familiari ed
extrafamiliari;
si stanno aprendo in
Italia, su tutto il
Territorio 82 Centri per
la somministrazione di
psicofarmaci ai bambini «iperattivi»,
con il probabile
risultato che piccoli
consumatori di oggi
rischiano di diventare
adulti farmaco-dipendenti
a causa del materialismo
sanitario incentrato su
una soluzione solo
farmacologica anche di
problemi che attengono
alla sfera psichica ed
emozionale;
«Giù le Mani dai Bambini»
ha svolto un sondaggio
fra 1600 italiani dai 16
ai 65 anni di età
chiedendo il loro parere
sull'uso degli
psicofarmaci ai bambini.
Il 97 per cento ha detto
«no» all'uso degli
psicofarmaci per
risolvere i disagi
psichici dei minori. Il
97,1 per cento ha detto
che le diagnosi fatte
oggi con i questionari
non sono affidabili -: se
il Governo sia a
conoscenza di tutti gli
sviluppi della già
tristemente nota
questione della
somministrazione di
psicofarmaci ai minori,
della sua crescita
esponenziale e dei rischi
che comporta, come sopra
illustrato;
se il Ministro della
Salute non ritenga
necessario, prima di
decidere se rendere
possibile la
commercializzazione di un
simile farmaco,
effettuare studi in grado
di definire criteri
diagnostici appropriati,
valutare l'effettiva
efficacia del
metilfenidato nonché
acquisire dati di
sicurezza a breve e lungo
temine nei piccoli
pazienti italiani;
se, come richiesto per
iscritto in un appello
scritto indirizzato al
Ministro della Salute da
«Giù le Mani dai
Bambini», in
rappresentanza di oltre
240.000 addetti ai lavori
del settore della salute
che ne hanno sottoscritto
le tesi, il Governo,
rispetto ad un problema
di questa portata, non
consideri appropriato
approfondire il fenomeno
delle prescrizioni
indiscriminate di
psicofarmaci ai bambini,
istituendo un tavolo di
approfondimento e
discussione ed allo
stesso tempo avviando un
rafforzamento concreto di
tutte le strade
alternative alla
medicalizzazione, con
un'informazione alle
famiglie davvero completa
sui gravi rischi
potenziali derivanti
dalla somministrazione di
psicofarmaci ai bambini
ed adolescenti e un
eventuale uso del «black
box», il riquadro nero
sulle confezioni - come
quello adottato per le
sigarette - già adottato
negli Stati Uniti con
l'evidenza degli effetti
collaterali più
pericolosi; se il Governo
non ritenga necessario
fare in modo che la
regolamentazione di
questi prodotti in Italia
sia stringente al livello
dei più avanzati paesi
civili.
(4-02023)
30.11.2007
Ciao amici
riporto di seguito il
link con le news
è importante che tutti
leggiamo e comprendiamo.
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